I piccoli editori francesi battono il colosso Google

Gli accordi singoli presi da Mountain View non rispettano la legge

21/07/2021 di Redazione

«La legge è uguale per tutti, ma per alcuni è più uguale». Il nome di George Orwell è tornato a essere di grande moda, soprattutto sui social. Noi abbiamo deciso di utilizzare questa citazione, tratta da “La Fattoria degli Animali”, per raccontare la battaglia vinta dai piccoli editori francesi nei confronti di Google. La storia di Davide contro Golia rispolverata su temi digitali di grande importanza per la stampa e la libertà di accesso a un eguale trattamento da parte dei colossi Big Tech che danno spazio – guadagnando – alle notizia condivise sulle timeline social e all’interno dei loro aggregatori (come Google News Showcase).

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Il tema è quello della contrattazione collettiva. Come noto – è accaduto e sta accadendo anche in Italia – Google ha lanciato da qualche tempo il suo News Showcase. In Francia, e non solo, il colosso ha trattato con le singole realtà editoriali offrendo tipologie di “prodotto” in base ad accordi di partnership singoli. Tutto ciò, inevitabilmente, ha provocato la creazione di una disparità tra le grandi testate e quelle medio-piccole. Ma ora, dopo la condanna da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato transalpina, la musica cambierà.

Google News Showcase, i piccoli editori battono il colosso

Come riporta il quotidiano francese online Marianne, la normativa francese ha recepito – fin dal 2019 – una direttiva dell’Unione Europea in merito al copyright. E proprio in base a quella legge che sarebbe avvenuta la violazione. I piccoli editori, infatti, hanno fatto emergere alcune disparità di trattamento (ledendo, dunque, la concorrenza sul mercato digitale) tra le grandi testate e quelle minori. Tutto provocato da un accordo che Mountain View (la città della Contea di Santa Clara, in California, dove ha sede Google) ha preso con le singole realtà. Insomma, nessuna trattativa collettiva – se non come specchietto per le allodole – e concordati in base al “peso specifico” di ogni singola testata (o gruppo editoriale).

E nei giorni scorsi l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha condannato Google al pagamento di una multa da 500 milioni di euro che si vanno a sommare ai 300mila euro quotidiani per ogni giorno di ritardo per il mancato rispetto di quello che viene definito “diritto di vicinato”. Un primo passo che dovrebbe portare ad accordi collettivi per accedere all’aggregatore Google News Showcase, senza rimanere sempre vittime del “peso”.

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