I dati di utilizzo di PagoPA in Italia

Nato nel 2016, il trend di uso della piattaforma digitale nazionale per i pagamenti verso la Pubblica Amministrazione italiana è in continua crescita

07/03/2024 di Enzo Boldi

Dal 2016, anno di creazione della piattaforma pubblica, il trend di crescita della piattaforma per i pagamenti verso la Pubblica Amministrazione è in continua crescita. Dopo le prime fasi di “acclimatamento”, gli italiani che hanno deciso di utilizzare questo strumento per pagare bollette, tasse e multe con continuità. Nonostante sia previsto un costo di commissione – comunque presente anche quando si decide di andare a effettuare il pagamento in Poste, tramite apposito bollettino -, sempre più persone giudicano positivamente questo servizio e i dati di utilizzo di PagoPA confermano che anche nel futuro questo trend proseguirà.

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Proprio nei giorni in cui si parla molto del passaggio di PagoPA dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, al tandem Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (51%) e Poste Italiane (49%), è molto interessare andare ad analizzare i numeri in crescita nella fruizione di questo servizio. Perché se fino al 2019 il sistema sembrava non riuscire a decollare, tra il 2022 e il 2023 (con una previsione positiva anche per quel che riguarda l’anno in corso) c’è stato il boom di transazioni.

Dati PagoPA, sempre più italiani la utilizzano

I numeri sono ufficiali e fanno riferimento alla dashboard ufficiale (e aggiornata) del sito ufficiale e istituzionale di PagoPA: dal 2016 a oggi, sono state effettuate 1.114.472.757 transazioni, per un controvalore economico totale pari a 226.165.297.005 euro. Le stime mostrano come, solo lo scorso anno, oltre 20 milioni di italiani abbiano utilizzato la piattaforma per effettuare i pagamenti verso la Pubblica Amministrazione e per pagare le bollette di gas e luce attraverso i sistemi PagoPA integrati nelle banche o in Poste Italiane.

Nella maggior parte dei casi, le transazioni rientravano tra i pagamenti per il settore utility (quindi, per fare un esempio, il pagamento di bollette dell’energia elettrica e gas). Ma in tantissimi hanno utilizzato il servizio e la piattaforma per la Pubblica Amministrazione, per l’ACI (il bollo auto), il pagamento delle tasse comunali (la Tari), quelle Regionali e anche per le Scuole (iscrizioni e servizio mensa), Università e anche per il versamento delle quote annuali per l’iscrizione agli ordini professionali. Insomma, un po’ per tutto.

La suddivisione e i PSP

Altro aspetto interessante che emerge dai dati PagoPA è quello sulla cifra media spesa per ogni transazione. Dal 2016 a oggi, questo quota si attesta sui 203 euro. La maggior parte degli italiani utilizza il servizio per effettuare dei pagamenti fino a 25 euro, seguiti dalla fascia 100-200 euro, 50-100 euro, 15-50 euro e 200-500 euro. Residuale l’utilizzo per quel che riguarda pagamenti o versamenti più elevati (a partire dai 500 euro).

Interessante anche un altro aspetto, quello relativo alle transazioni effettuate tramite ogni singolo Prestatore di Servizio di Pagamento (PSP) che aderiscono alla piattaforma: il primo è Mooney, seguito da Intesa Sanpaolo, PostePay, Lis Pay e Poste Italiane. Questi ultimi tre nomi sono molto interessanti da leggere in chiave passaggio di proprietà di PagoPA. Perché, come ovvio, PostePay fa parte di Poste Italiane, mentre Lis Pay è stato acquistato proprio da Poste nel 2022. Da qui le preoccupazioni sul futuro della piattaforma, in termini di concorrenza.

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