I dati che spiegano gli effetti della pandemia sulla cura dei pazienti colpiti da tumore

Quali sono gli effetti che la pandemia ha avuto sui pazienti oncologici?

18/09/2020 di Ilaria Roncone

Già c’erano ricerche e previsioni in merito alla questione, ora i dati arrivano a confermare ciò che si temeva. La pandemia avrà effetti concreti sui pazienti oncologici anche solo a partire dal fatto che, rispetto ai primi cinque mesi dello scorso anno, sono stati effettuati 1 milione e 400 mila screening in meno. A partire da domani fino al 21 settembre il Congresso della Società Europea di Oncologia Medica opererà un focus sugli effetti della pandemia per le persone colpite da tumore e avremo evidenze ancor più precise.

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Covid tumore: in molti scopriranno tardi di avere un tumore

Durante la pandemia, come tutti ormai abbiamo imparato bene, i controlli di routine sono stati ritardati o, in certi casi, anche bloccati. Gli screening per verificare la presenza o meno di tumore nei pazienti non hanno fatto eccezione. Si calcola che da gennaio a maggio 2020 i mancati screening in Italia rispetto allo scorso anno hanno comportato una netta diminuzione delle nuove diagnosi di una serie di neoplasie diverse: 2.099 casi in meni di tumore alla mammella, 611 casi in meno di tumore al colon-retto. Anche per quanto riguarda le lesioni spia che aiutano a individuarlo, il tumore al colon-retto, c’è stata una diminuzione di 4.000 adenomi; si calcola anche una mancata diagnosi di 1670 lesioni CIN 2 o più gravi, quelle che portano al cancro alla cervice uterina.

Le conseguenze

Individuare un tumore in fasi più avanzate significa che le possibilità di guarigione saranno minori e la mortalità aumenterà. Negli Stati Uniti è già stato calcolato che nei prossimi 10 anni moriranno 10 mila persone in più tra tumore del seno e del colon-retto a causa delle diagnosi mancate e del trattamento in fase pandemia. Anche il Regno Unito ha evidenziato un problema di questo tipo e la medesima cosa si può dire dell’Italia. Il presidente Aiom ha fatto presente che «a oggi, il ritardo diagnostico accumulato è limitato, ma sta crescendo anche per le modalità organizzative necessarie per garantire il distanziamento fisico dei cittadini che si sottopongono agli screening».

 

Telemedicina per i pazienti oncologici in Italia

La proposta in Italia è quella di investire maggiormente sulla telemedicina, pratica che si è rivelata preziosa nel corso della pandemia. La maggiore efficacia si riscontra per i pazienti in follow-up e per quelli che sono in cura con terapie orali presso il domicilio. A questo proposito una recente ricerca – Telemedicine During the COVID-19 Pandemic: Impact on Care for Rare Cancers, pubblicato su JCO Global Oncology – ha evidenziato che 8 pazienti su 10 vorrebbero sfruttare la possibilità delle televisite fatte in lockdown anche in futuro considerati i vantaggi, in primis il risparmio di risorse e di tempo per i tragitti casa ospedale e viceversa.

 

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