Cos’è e come funziona la piattaforma MyHealth@EU

È ancora in fase di sviluppo, ma alcuni Paesi la stanno già utilizzando per alcuni servizi elettronici transfrontalieri

30/04/2024 di Enzo Boldi

Manca ancora il via libera del Consiglio d’Europa, anche se si tratta di una formalità. Dopodiché saranno necessari 20 giorni per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e da quel momento dovrà essere applicato nei prossimi due anni. Anche se gli effetti reali si vedranno – a livello comunitario – tra molto tempo, l’approvazione da parte del Parlamento Europeo del cosiddetto “European Health Data Space” (Spazio europeo dei dati sanitari) è il primo grande passo che si tradurrà – fattivamente – con lo sviluppo e il completamento delle funzionalità della piattaforma MyHealth@EU, al cui interno ci sarà una cartella clinica elettronica dei cittadini europei.

LEGGI ANCHE > È in arrivo la cartella clinica elettronica, disponibile in tutta l’UE

Una soluzione che abbatte quei confini che spesso rendono difficilissime – se non impossibili – le comunicazioni tra i sistemi sanitari dei diversi Stati membri, lasciando il cittadino (che si muove liberamente nello spazio Schengen) a dover dirimere moltissime matasse in caso di necessità di intervento mentre si trova all’estero. E questo spazio europeo dei dati sanitari si svilupperà intorno alla piattaforma MyHealth@EU, ancora in fase di sviluppo e completamento, anche se utilizzata (parzialmente) in alcuni Paesi per i servizi sanitari dei cittadini transfrontalieri.

MyHealth@EU, cos’è e come funziona la piattaforma

Ma come funzionerà questa piattaforma? Partiamo dalla base: ogni singolo Paese UE avrà la responsabilità dei dati condivisi. E questa condivisione avverrà attraverso nodi nazionali che, poi, convergeranno all’interno di MyHealth@EU. Il cittadino potrà dare il consenso al caricamento dei propri dati personali (non solo anagrafici, ma anche relativi ad esami del sangue, diagnostica per immagini e prescrizioni) in modo tale da ricevere un supporto sanitario più immediato quando si trova all’estero, in uno degli Stati membri. Dunque, ci sarà il caricamento di quella che, a tutti gli effetti, è una cartella clinica elettronica condivisa.

La piattaforma dovrà essere sviluppata seguendo – ovviamente – tutti i dettami del Regolamento Europeo sulla Protezione dei dati (GDPR), ricordando come i dati sanitari dei cittadini sono inseriti nelle “categoria particolari di dati”, ovvero quelli maggiormente tutelati. Il completamento dello sviluppo della piattaforma, inoltre, avverrà gradualmente. Per il momento, alcune funzioni sono già attive:

  • Le ricette elettroniche, permettendo ai cittadini residenti nell’Unione Europea di ottenere medicinali (su prescrizione) nelle farmacie di un altro Paese UE.
  • Il profilo sanitario sintetico del paziente, con alcune informazioni base sullo stato di salute del cittadino: allergie, gruppo sanguigno, patologie pre-esistenti, precedenti interventi chirurgici e altro.

Due elementi che presto saranno arricchiti da altro, come previsto dall’accordo interistituzionale votato a larga maggioranza dal Parlamento Europeo. Dunque, stiamo per entrare nell’era in cui le cartelle cliniche elettroniche supereranno i confini territoriali dei singoli Stati. Anche l’Italia, ovviamente, dovrà uniformarsi dando vita a quei nodi nazionali e permettendo un facile utilizzo e caricamento dei dati sulla piattaforma. Ci sarà da lavorare, anche dal punto di vista infrastrutturale dato che, ancora oggi, ci sono enormi difficoltà nelle comunicazioni tra le Regioni.

 

Share this article
TAGS