Il fantastico mondo dei meme: cosa sono e come si pronuncia

La storia, fin dalle origini, di un fenomeno esploso con i social

23/02/2021 di Enzo Boldi

Li troviamo ovunque: sui social, sulle chat e anche sparse in molti articoli pubblicati nell’ecosistema Internet. Ma cosa sono i meme? Li abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni: basta fare l’accesso a una delle tante piattaforme a cui siamo iscritti e, anche inconsapevolmente, ne siamo attratti. Strappano una risata e provocano un’ironia talmente grande da renderli virali. Frammenti di vita reale, scene tratte da un film, un cartone animato o una serie tv che – poi – diventano immagini simboliche per rappresentare un qualcosa di attuale.

Come si pronuncia «meme»

Innanzitutto partiamo dalle fondamenta. Spesso e volentieri, parlando anche con i nostri amici, assistiamo a una pronuncia non corretta del termine «meme». Gli italiani, per esempio, optano per la lettura nuda e cruda del termine secondo il nostro vocabolario Altri, invece, dicono «meim» o, addirittura, «mimi». La l’unico modo esatto è questo:

Il video con la pronuncia di «meme» è stato pubblicato dal canale Youtube Pronunciation Book nel lontano 2010. Insomma, sono passati 11 anni eppure sembra essere molto complicato (per tutti, non solo per gli italiani) utilizzare la corretta pronuncia: «miim».

Cosa sono i meme?

Fatta questa doverosa premessa, proviamo a rispondere alla domanda iniziale: Cosa sono i meme? Questa la definizione di Oxford Dictionary: «Un’immagine, un video, una parte di testo, ecc., di natura tipicamente umoristica, che viene copiata e diffusa rapidamente dagli utenti di Internet, spesso con leggere variazioni». Ed è questo il suo significato nel gergo (o slang) di internet. Ma la sua origine – da cui è derivata l’estensione relativa al fenomeno web – deriva addirittura dal termine greco: mímēma, ossia imitazione.

Per giungere al significato più esteso del termine, però, occorre attendere il 1976, quando l’etologo e biologo britannico Richard Dawkins parlò per la prima volta di «meme». E la dinamica la spiega la voce che parla del neologismo meme pubblicato sul vocabolario dell’Enciclopedia italiana Treccani: «Termine coniato nel 1976 dal biologo Richard Dawkins ne Il gene egoista per indicare un’entità di informazione replicabile». E lì arrivò la prima definizione di meme come: «Idee che si diffondono da cervello a cervello». Internet era appena nato, ma non come lo conosciamo ora. Si era molto lontani dall’accessibilità disponibile al giorno d’oggi, non si pensava alla nascita dei social network né, tanto meno, dei meme che vediamo non appena ci colleghiamo sulle piattaforme o sulle chat. Ma il concetto di base è lo stesso: imitazione e replicabilità. Sono questi i due principi che sono alla base di queste immagine, clip video o gif diventate virali e sfruttate dalle aziende anche come strategia di marketing web.

Per chi non avesse ancora capito cosa sono i meme, possiamo mostrare l’esempio più diffuso in Italia nel corso del 2020. protagonista il segretario della Lega Matteo Salvini durante la sua intervista a Di Martedì. Con tutte le sue declinazioni.

Quel «Ah no?» è l’emblema dei meme made in Italy del 2020 ed è l’esatta rappresentazione di come questo fenomeno, che si basa sull’ironia e sulla satira, sia sempre più un elemento fondante della comunicazione social. Perché questo, come tanti, è diventato un modo di fare anche marketing, come testimoniato da una campagna pubblicitaria social della Ceres.

La loro diffusione grazie ai social

Se questa è la risposta alla domanda «cosa sono i meme?», ora è arrivato il momento di provare a spiegare il fenomeno. Perché ogni immagine ha una propria storia e ogni evento pubblico (o reso pubblico dai e sui social network) è potenzialmente un nuovo meme da offrire all’ampia casistica. Per fare un esempio della portata di tutto ciò basta fare un salto sul sito KnowYourMeme che offre un ampio campionario di quel che è già diventato virale, con tanto di suddivisione in categorie (per trovare il meme giusto per ogni occasione) e classifiche anno per anno.

Cosa sono i meme e il copyright

Un capitolo a parte deve essere necessariamente riservato al diritto d’autore. Come detto, infatti, i meme sono – nella maggior parte dei casi, fotografie o scene tratte da film, serie tv o trasmissioni televisive. Con la riforma del Copyright, approvata a livello europeo all’inizio del 2019, si pensava a una scure anche alla libertà di realizzare meme e condividerli sui social o nelle chat. Ma poi arrivò la smentita ufficiale.

I meme si salvarono da questo provvedimento e, come possiamo vedere aprendo una qualsiasi piattaforma social (negli ultimi tempi il fenomeno è deflagrato in particolar modo su Instagram dopo gli anni gloriosi di Facebook) restano uno degli elementi alla base delle interazioni nel web.

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