Cosa vuol dire Crush e perché è tanto in voga tra i giovani

Il termine, di chiare origini anglosassoni, è sempre più diffuso sui social (e non solo)

19/02/2021 di Enzo Boldi

I giovani hanno rivoluzionato il linguaggio attraverso commistioni da altre lingue che hanno dato vita a un nuovo vocabolario al passo con i tempi. Lo abbiamo visto con l’utilizzo diffuso del termine «boomer», un vero e proprio neologismo, ma anche con l’appropriazione di parole che, visto il loro uso a livello globale, sono diventate vere e proprie categorie (come quelle degli influencer). E il nuovo vocabolario della lingua social è costantemente aggiornato. Oggi, per esempio, spieghiamo cosa vuol dire Crush.

Cosa vuol dire Crush?

I non più giovanissimi, forse, non si sono mai trovati di fronte a questo termine. Ma i giovanissimi, tra social e messaggi in chat, lo usano in tantissime occasioni. Il termine deriva, ovviamente, dall’inglese. Ma non nel suo primi significato, ma a mo’ di estensione. Perché, prendendo spunto dal dizionario Cambridge, crush significa «schiacciare, comprimere, frantumare, stritolare». Nulla di romantico, insomma. Eppure, nel gergo social, la sua declinazione è ben diversa e richiama all’amore, alle infatuazioni e alle cotte tipiche dell’adolescenze.

Per capire meglio cosa vuol dire Crush ci viene in soccorso Urban Dictionary: «A person who gives you butterflies and makes your heart beat faster. A person that you can’t describe in a word, but multiple words. A person you can’t get off your mind». Che in italiano si traduce con: «Una persona che ti fa venire le farfalle nello stomaco e ti fa battere forte il cuore. Una persona che non puoi descrivere con una sola parola, ma con più parole. Una persona che non riesci a toglierti dalla mente». Insomma, una vera e propria cotta. Gli innamoramenti, spesso temporanei e momentanei, tipici degli adolescenti. E una conferma la troviamo anche sul portale Slengo che raccoglie le definizioni dei nuovi gerghi. E dalla parola Crush deriva anche un verbo, italianizzato, crushare: avere una cotta per qualcuno.

Storia e declinazioni

Ora che abbiamo scoperto cosa vuol dire Crush, proviamo a fare un quadro storico delle origini di questo termine. E, a differenza di quel che si possa credere, il punto di partenza è molto lontano nel tempo. Secondo lo storico lessicologo anglosassone di origini neozelandesi, Eric Partridge, l’utilizzo del termine – già nel 1900 – deriva da un’altra parola (per estensione di significato) già in voga alla fine del 1800: mash e la sua estensione mashed. Parole, anzi concetti, che hanno un significato ben diverso dal loro effettivo uso comune, come conferma il dizionario Cambridge. Già all’epoca, infatti, veniva utilizzato per parlare di flirt e innamoramenti (durevoli o meno).

Ma qui si parla di derivazioni. Un’altra fonte che, invece, fa propriamente riferimento al cosa vuol dire Crush nella sua accezione moderna (e molto usata dai giovani sui social) sposta ancora più indietro la datazione: siamo addirittura nel 1832 e in una lettera firmata dallo storico Thomas Babbington Macaulay, troviamo scritto: «I fell in with her at Lady Grey’s great crush». Insomma, già nella prima metà del XIX Secolo, crush nel suo significato più moderno aveva lo stesso significato molto diffuso ora tra le chat e i social dei Millennials e la Generazione Z.

L’altro capitolo, sempre molto in voga nel gergo moderno utilizzato dai più giovani sui social, è quello del celebrity crush: un invaghimento per una star del grande o del piccolo schermo, ma anche della scena musicale. Ovviamente, in tempi di social, tutto questo si declina anche sugli o sulle influencer. La classica infatuazione per un Vip.

I meme social sul crush

Ovviamente, come ogni fenomeno che trova sfogo sui social, subito si sono create moltissime variazioni sul tema. Una di questa è la diffusione dei #Crushmeme: immagini che ironizzano sul concetto tanto caro alle giovani generazioni. Ecco qualche esempio.

 

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Insomma, come ogni nuova tendenza o fenomeno social, la rete trova l’occasione per fare ironia anche sullo spasmodico utilizzo di parole che non fanno propriamente parte del nostro vocabolario. Non, almeno, in quello storico. Perché la lingua – anche quella italiana – è in perenne e continua evoluzione. E questi neologismi, questi prestiti linguistici (anche declinati) fanno parte del nostro vivere quotidiano.

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