Coronavirus, Angela Merkel spiega con la matematica perché la Germania ridurrà molto lentamente il lockdown

Anche la Germania, come la maggior parte dei Paesi europei, è alle prese con il lockdown imposto per contrastare l’emergenza coronavirus. E seppur il numero di morti sia di molto inferiore a, ad esempio, Italia, Francia e Germania, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha annunciato in conferenza stampa che le misure di lockdown saranno ridotte molto lentamente. E, attraverso un modello matematico, Merkel ha spiegato perché è importante che la curva dei contagi da coronavirus resti più piatta possibile nel lungo periodo.

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«La curva è diventata più piatta. Deve rimanere così per non sovraccaricare il nostro sistema sanitario», ha detto la cancelliera tedesca in conferenza stampa. «Abbiamo osservato dei modelli. In questo momento noi abbiamo un fattore R1, per cui ogni persona ne infetta un’altra. Ovviamente non è possibile dire in una catena infettiva che ci sia sempre un’infezione 1:1, è una media che indica all’incirca che una persona ne infetta un’altra. Se arriviamo al punto in cui ognuno infetta 1.1 persone a ottobre raggiungeremo il massimo di capacità offerte dal nostro sistema sanitario per quanto riguarda i posti a disposizione in terapia intensiva. Se arriviamo a 1.2 persone, cioè al momento in cui ognuno infetta il 20% in più, se di 5 persone, una ne infetta due e le altre ne infettano una, allora raggiungeremo il limite del nostro sistema sanitario a luglio prossimo. E se arriveremo a 1,3 persone tutto questo accadrà a giugno. In questo modo potete rendervi conto di quanto il margine sia minimo. E l’intera evoluzione di questo modello è basata sul fatto che abbiamo la capacità di monitorare e tracciare un soggetto infetto. E sul fatto che abbiamo un concetto migliore degli strumenti di protezione, e che grazie a questo possiamo allentare le restrizioni. Ma stiamo camminando su ghiaccio sottile, come ha detto il sindaco di Amburgo. Una situazione di fragilità dove la prudenza è all’ordine del giorno, e non la presunzione», ha concluso Merkel.

 

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