Il caso dei consulenti di Luigi Di Maio: alla Farnesina spende più di Alfano (e di Moavero Milanesi)
24/11/2019 di Enzo Boldi
Tra le spine sullo stelo del Movimento 5 Stelle emergono quelle pungenti delle consulenze Di Maio alla Farnesina. La notizia era stata riportata qualche giorno fa da Il Giornale che aveva parlato di ben otto persone, fedelissime del capo politico del M5S, assunte al ministero degli Esteri con diversi ruoli da consiglieri. La questione non è il fatto che si tratti di persone care al leader pentastellato, ma i loro stipendi: centinaia di migliaia di euro l’anno che percepiranno fino alla fine di questo esecutivo.
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Dopo il Giornale, che ha riportato anche le cifre dei compensi annui lordi di questi consiglieri, anche il Corriere della Sera – con un articolo a firma Aldo Grasso – approfondisce la questione delle consulenze Di Maio alla Farnesina. «Non si era mai visto alla Farnesina un tale dispiegamento di collaboratori per agevolare il lavoro del ministro – scrive il giornalista nell’edizione domenicale del quotidiano -: tutto un mulinare di comunicazioni, relazioni, stampa, media, come se i funzionari di uno dei più prestigiosi ministeri non fossero all’altezza delle esigenze scolastiche del capo politico dei grillini».
Le consulenze Di Maio alla Farnesina
Si tratta di otto fedelissimi del leader pentastellato, alcuni assunti fin dai tempi del governo Conte-1 con altri incarichi all’interno del Mise, suo ex ministero. Poi il trasferimento alla Farnesina per una spesa monstre che tocca vette che non sono state raggiunte neanche durante l’epoca di Angelino Alfano. Inoltre, e questo è il dato che fa più riflettere, i soldi (rigorosamente pubblici) spesi per i loro compensi è di tre volte superiore rispetto alla precedente gestione di Enzo Moavero Milanesi, in carica al ministero degli Esteri fino al settembre scorso.
Gli otto consiglieri del ministro
I nomi delle consulenze Di Maio alla Farnesina sono otto, ciascuno con un ruolo e uno stipendio diverso, secondo i dati riportati da Il Giornale. C’è Cristina Belotti, capo segreteria e segretaria particolare del ministro (che lavorava già per la Casaleggio Associati nel 2013), con un compenso lordo annuo da 120mila euro; poi c’è Augusto Rubei (140mila euro all’anno) che ha il ruolo di consigliere per gli aspetti legati alla comunicazione e i rapporti con i media. Dopodiché, alla modica cifra di 120mila euro annui, troviamo Pietro Dettori (consigliere per la cura delle relazioni con le forze politiche inerenti al Maed), Sara Mangeri (90mila euro all’anno per i rapporti con la stampa), Giuseppe Marici (70mila euro come consigliere per le informazioni attraverso i media), Carmine America (80mila euro come esperto di questioni internazionali, difesa e sicurezza), Daniele Caporale (80mila euro come consigliere per le comunicazioni digitali) e, infine, Alessio Festa (poco più di 11mila euro come consigliere per le relazioni istituzionali). La somma è presto fatta: 711mila euro l’anno di consulenze.
(foto di copertina: ANSA/FRANCESCO RUTA)