Come funziona l’algoritmo di Instagram spiegato da Meta

L'algoritmo di Instagram spiegato (almeno in parte, con qualche esempio pratico) direttamente da Meta all'indomani dell'entrata in vigore del DSA che obbliga le Big Tech a una maggiore trasparenza sugli algoritmi

30/08/2023 di Ilaria Roncone

L’algoritmo – o meglio, gli algoritmi – sui quali si basano i social network sono sempre stati sistemi “misteriosi”. Misteriosi nel senso che, almeno fino ad oggi, non c’è mai stata una spiegazione ufficiale da parte delle Big Tech (Meta, tra le altre) su come funzioni quel sistema che decide – con il feed algoritmico – quale post viene visualizzato per primo sulle bacheche di ognuno di noi. Come funziona l’algoritmo Instagram stando a quanto dice Meta?

LEGGI ANCHE >>> Come Meta ha raccolto gli obblighi imposti dal DSA

L’algoritmo di Meta e l’analisi fornita

Facciamo una premessa doverosa: quello che è emerso sul funzionamento degli algoritmi di Meta (che funzionano in sinergia, come spiegato nella scheda dedicata) non è tanto di più di quello che già si sapeva poiché, da anni, ci sono persone che studiano e tracciano come funzionano i social in tal senso (così sono nate figure come influencer e creator, da un lato, e persone che studiano questi ecosistemi portandone a galla le criticità dall’altro). Tra le altre cose, Meta ha dovuto rispondere alla richiesta del DSA – entrato in vigore il 25 agosto – di una maggiore trasparenza dell’algoritmo.

Parlando in maniera generica degli algoritmi che regolano i social di Meta, emerge subito come i sistemi IA offrano un’esperienza personalizzata che l’utente influenza con le sue scelte: «L’esperienza delle persone con i Prodotti di Meta viene personalizzata in base alla loro attività, perché non a tutti piacciono o non piacciono le stesse cose e gli interessi possono cambiare nel tempo. I nostri sistemi IA cercano di mostrare più contenuti simili a qualcosa per cui le persone hanno mostrato interesse creando al contempo opportunità per scoprire nuove cose che il sistema IA prevede che potrebbero piacere».

Per quanto riguarda la classificazione dei post – e quindi il loro comparire più o meno in alto nel feed – «è influenzata dalle previsioni sul post, dalle caratteristiche del contenuto, dagli attributi delle persone singole e dalle loro interazioni con i Prodotti di Meta». Cosa vuol dire a livello pratico? Che «se molte persone hanno interagito in modo positivo con un post su Instagram o con un contenuto simile, il post verrà visualizzato più in alto nel feed di una persona. Altrimenti, se tali interazioni sono state negative oppure se si prevede che un contenuto risulterà sgradevole in base ai nostri standard, alle nostre linee guida o alle nostre normative in materia di integrità, il contenuto verrà rimosso o visualizzato più in basso nel feed». 

Come funziona l’algoritmo di Instagram?

Meta ha fornito una serie di schede per informare gli utenti sui meccanismi AI che regolano il feed, le storie, la sezione esplora, il concatenamento dei Reels, la ricerca, i consigli del feed, gli account suggeriti e le notifiche. Scendiamo nello specifico di tre degli aspetti più interessanti, ovvero il feed dei posto, le stories e i Reels: in che modo vengono classificate queste tipologie di contenuto e sulla base di quali criteri?

Partiamo dal feed: «I contenuti che vedi sul feed di Instagram sono selezionati, classificati e pubblicati per te da un sistema di intelligenza artificiale (IA). In un solo sistema IA, più modelli di apprendimento automatico collaborano per la creazione dell’esperienza. Questi modelli e i loro segnali di input sono dinamici e cambiano spesso man mano che il sistema apprende e migliora nel tempo». Il sistema che regola il feed, quindi, va a organizzare i contenuti che – secondo la sua esperienza – l’utente potrebbe ritenere più interessanti seguendo questi step:

  1. «Il sistema raccoglie tutti i post potenziali degli account che segui, ad esempio quelli degli amici. Successivamente, rimuove i post che violano le nostre Linee guida della community»;
  2. «Il sistema IA prende quindi in considerazione una varietà di segnali di input su ogni post. Questi segnali possono includere la persona che ha creato il post o il tipo di contenuto. Un modello semplice prevede la selezione di circa 500 post particolarmente rilevanti. Il sistema applica inoltre determinati processi di integrity che contribuiscono a ridurre la distribuzione di contenuti problematici»;
  3. «Il sistema IA dispone di modelli che consentono di prevedere quali contenuti potresti ritenere più utili e rilevanti»;
  4. «Infine, il sistema calcola un punteggio di pertinenza per i primi 500 post circa, in base al quale li mette in ordine. I post che, secondo le previsioni del sistema, ti offriranno un valore superiore sono mostrati più in alto nel feed. Il sistema cerca inoltre di verificare che il feed contenga un mix equilibrato di tipi di contenuti».

Per quanto riguarda le storie di Instagram, gli step sono quasi gli stessi. I segnali captati sono, tra gli altri, «chi ha creato la Storia e le tue precedenti interazioni con quella persona» più l’aggiunta di altri filtri (non meglio specificati) con i quali «il sistema restringe la serie di contenuti idonei alle storie più pertinenti per te. Determinati processi di integrity vengono dunque applicati a ogni storia. Sono questi a stabilire quali misure dell’integrity eventualmente applicare alle storie selezionate per la classifica».

Infine, un’occhiata al concatenamento dei Reel: «Il sistema di IA alla base del concatenamento dei reel stabilisce automaticamente quali reel mostrare e in quale ordine, prevedendo quelli con cui potresti interagire o che potrebbero interessarti». Su quali basi? Anche in questo caso si parla di una serie di fattori facendo esempi come «i contenuti che hai seguito, quelli a cui hai messo “Mi piace” e quelli con cui hai interagito».

In ognuna delle schede dedicate viene spiegato anche alle persone in che modo possono influenzare il feed a seconda della loro volontà che, banalmente, è ciò che è sempre stato sotto gli occhi dei singoli che hanno osservato come cambiava il feed di post, Reel, storie e così via a seconda del modo in cui interagivano con i singoli contenuti.

Share this article