Un’ora in coda all’aeroporto per i controlli: «Non è la Brexit che ho votato»

Colin Browning è un cittadino inglese del Leicestershire che si definisce ‘Breexiter‘, cioè un fiero sostenitore della Brexit. Eppure, dopo quanto successo all’aeroporto di Amsterdam-Schiphol, forse sta iniziando a cambiare idea.

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«Questa non è la Brexit che ho votato»

Browning è uno dei 17,4 milioni di inglesi che ha votato per l’uscita dall’Unione Europea nel referendum del 23 giugno 2016. Qualche giorno fa ha dovuto ‘pagare’ una conseguenza del suo voto: come lui stesso ha documentato con una foto postata su Twitter – e divenuta virale – ha dovuto attendere per circa un’ora all’aeroporto olandese il controllo del suo passaporto.

«Servizio assolutamente disgustoso all’aeroporto di Schiphol. Siamo da 55 minuti in fila per i controlli immigrazione. Questa non è la Brexit per cui ho votato», ha scritto l’utente a corredo della foto, che mostra le persone mentre attendono il proprio turno.

Le reazioni su Twitter

Non sono mancate le reazioni di moltissimi utenti su Twitter, la maggior parte dei quali schernisce Browning: «Questo è ciò che significa non essere più un membro del club. Hai votato per uscire, non puoi aspettarti gli stessi benefici», scrive qualcuno. «È esattamente la Brexit per cui hai votato», sentenzia un altro utente. E ancora: «La gente che vota contro la libera circolazione delle persone si sorprende di non potersi muovere più liberamente», si legge sui social.

Ma la Brexit non c’entra niente

Ma la cosa più assurda è che, oltre al danno, è arrivata anche la beffa. L’aeroporto di Schiphol ha fatto sapere che le lunghe code non avevano niente a che vedere con la Brexit. Erano piuttosto dovute al fatto che il personale operativo nel principale scalo olandese di Amsterdam era appena stato assunto e stava svolgendo un corso di formazione.

[CREDIT PHOTO: FACEBOOK/COLIN BROWNING]

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