Quanto c’è di cloud nelle nostre vite

Cos'è la tecnologia del cloud computing, quando la utilizziamo e perché sta diventando la vera sfida del futuro

25/08/2021 di Gianmichele Laino

Archiviare dati o elencare le proprie password in un portachiavi a disposizione del proprio device. Sono gesti diventati ormai quotidiani e che ripetiamo in maniera quasi meccanica senza renderci conto del processo che inneschiamo. Ogni volta che facciamo una di queste azioni, in pratica, ci stiamo servendo di un servizio di cloud computing. Questo tipo di tecnologia ha a che fare con i meccanismi di funzionamento del web e sta diventando sempre più centrale nelle nostre vite. A breve sarà sicuramente parte integrante della gestione della pubblica amministrazione e di tutti i dati che, in passato, eravamo abituati ad associare a moduli da compilare e a faldoni pesantissimi da archiviare. Questa, però, è una storia che approfondiremo nel dettaglio.

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Cos’è il cloud e perché se ne parla

Si parla di cloud perché, di fatto, è una tecnologia che ha permesso ai singoli e alle aziende di avere un’organizzazione più agile e di avere dei vantaggi. Con il cloud, infatti, tutti i servizi informatici di un’azienda vengono affidati a un provider che, non avendo alcun legame fisico con l’azienda stessa, riesce a erogarli via web. L’errore più comune è quello di associare il cloud soltanto al grande tema dell’archiviazione dei dati. È soltanto l’aspetto più intuitivo, quello che ogni giorno tocchiamo con mano perché i sistemi operativi dei nostri device presentano diverse soluzioni per questo scopo. In realtà, quando si parla di cloud computing si fa riferimento a una complessa architettura che mette in collegamento gli utenti finali e i gestori dei servizi.

A cosa serve il cloud

Pensate, ad esempio, all’infrastruttura che ospita un sito web, che non è all’interno del data-center del titolare di quello stesso sito web, ma che è gestita nella porzione del cloud a lui dedicata; o ancora ai servizi dedicati ai media per la gestione di video e audio che, in questo modo, vengono distribuiti in maniera più agevole; per non parlare dei servizi dedicati alla privacy, alla crittografia dei dati, al controllo degli accessi all’infrastruttura di rete di un’azienda.

La comunicazione è immediata, avviene in sicurezza (almeno in teoria) ed è sempre disponibile, in qualsiasi condizione: basta essere connessi per aver accesso a tutti i servizi in cloud affidati a un provider. Il vantaggio per quest’ultimo? Ovviamente, il corrispettivo economico: il cliente del provider può pagare una quota omnicomprensiva di un pacchetto completo di servizi oppure può pagarlo in base al proprio consumo.

Esistono, com’è facile immaginare, dei cloud privati (destinati cioè a un ambiente chiuso, collegato a internet solo attraverso accessi controllati e circoscritti e la cui infrastruttura è completamente dedicata all’entità che lo acquista) e dei cloud pubblici, messi a disposizione attraverso la rete internet accessibile a tutti. Negli ultimi tempi, le aziende hanno avuto una maggiore necessità di cloud ibridi, con cui poter spostare agevolmente le informazioni necessarie dal cloud pubblico agli strumenti aziendali privati. I cloud ibridi, nella fattispecie, uniscono la scalabilità di un cloud pubblico alla maggiore sicurezza che può garantire un cloud privato.

I vari servizi del cloud computing

I servizi messi a disposizione dal cloud possono essere di diverso tipo. Innanzitutto, il cloud permette di evitare la lunga procedura dell’installazione di un software, dal momento che è possibile accedere – attraverso il web – a programmi che sono installati in remoto. Un’azienda acquista un pacchetto di applicazioni e le utilizza online, distribuendo gli accessi ai propri dipendenti e/o rappresentanti, lasciando al provider gli oneri di gestione delle applicazioni stesse (SaaS – Software as a Service).

Ma il cloud permette anche di sviluppare delle applicazioni su piattaforme comuni, in base a un principio analogo. Lo sviluppatore avrà accesso al cloud, avendo a disposizione tutti gli strumenti necessari per portare avanti il proprio lavoro. Il tutto con costi infrastrutturali ridotti per l’azienda stessa (PaaS – Platform as a Service).  Si arriva, infine, alla declinazione più pratica (ma in una versione scalabile) del cloud computing: il sistema di archiviazione dei dati, anche in grandissime quantità, la loro gestione, la loro tutela e sicurezza (IaaS – Infrastructure as a Service).

Vantaggi del cloud computing

Grazie all’infrastruttura cloud ogni azienda può permettersi – lo abbiamo già detto in precedenza – una struttura più agile, meno dispendiosa, facilmente accessibile a tutte le risorse. L’aspetto da prendere in considerazione è anche quello di una maggiore garanzia di sicurezza per tutte le operazioni che vengono realizzate attraverso il sistema di cloud computing e, soprattutto, una continuità di erogazione del servizio che, in precedenza, era difficile garantire. Per questo, in futuro, si cercherà di guardare con sempre maggiore attenzione ai sistemi di cloud computing, consapevoli che si tratterà di una partita cruciale nello sviluppo digitale di aziende e istituzioni pubbliche.

Il contenuto realizzato fa parte di un insieme più vasto di articoli, pubblicati nei prossimi giorni, attraverso cui si cerca innanzitutto di fornire informazioni di base su tutto l’universo del cloud computing e con cui si cerca di capire a che punto è l’iter sul grande cloud della pubblica amministrazione italiana, con un focus specifico sul tema. 

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