«Claudio Messora prende più soldi dei parlamentari»
04/03/2014 di Alberto Sofia
Il MoVimento 5 Stelle rischia ancora di implodere nello scontro tra «ortodossi» e dissidenti. Dopo le espulsioni controverse dei senatori Orellana, Bocchino, Campanella e Battista, ieri è arrivata la scomunica di Beppe Grillo al sindaco di Parma Federico Pizzarotti, accusato di non aver concordato né con lui né con lo staff l’organizzazione dell’incontro del 15 marzo prossimo con gli attivisti e i candidati sindaci pentastellati. Su Piazzapulita sono tornati a intervenire alcuni degli espulsi dopo la «cacciata» della scorsa settimana, lanciando accuse contro il responsabile della comunicazione al Senato Claudio Messora. «Partecipa alle riunioni dei senatori, esprimendo opinioni e condizionando le decisioni», ha spiegato Campanella. Ma non solo: dopo le epurazioni, malpancisti ed espulsi erano stati costretti a difendersi dalle accuse di Grillo e dei suoi fedelissimi, che avevano insinuato come dietro le loro critiche sulla gestione e sulla democrazia interna si nascondessero soltanto ragioni economiche (ovvero, la volontà di abbandonare il M5S per tenersi l’intero stipendio). Dallo studio di Piazzapulita è stato lo stesso Battista a rilanciare: «La busta paga di Messora è superiore a quella dei parlamentari. Posso essere un po’ arrabbiato per questo?», ha spiegato.
PIAZZAPULITA: BATTISTA E CAMPANELLA E LE ACCUSE SUI FONDI – Insieme ai senatori «cacciati» Lorenzo Battista e Francesco Campanella, ospite di Piazzapulita è stato anche il deputato Alessio Tacconi, uscito dal gruppo dei 5 Stelle a Montecitorio dopo le espulsioni dei colleghi. A introdurre il tema delle epurazioni pentastellate è stato un servizio in cui si riprendevano le parole con cui Beppe Grillo aveva chiesto ai militanti on line di confermare l’espulsione dei senatori dissidenti: «Non sono più in sintonia con il MoVimento, si terranno tutto lo stipendio», attaccò l’ex comico, poi subito sbugiardato dai quattro eletti cacciati. Si ascoltano altri parlamentari critici, come Walter Rizzetto e Aris Prodani: «Non è una grande giornata per il MoVimento», spiegano. Viene intervistata anche Paola Taverna, che ha difeso Grillo e attaccato i dissidenti: «Abbiamo chiesto alla base di esprimersi, lui non ha condizionato nessuno. Paura che il M5S si sgretoli? Meglio soli che male accompagnati». In studio Battista e Campanella si sono difesi dalle accuse sulla volontà di volersi tenere lo stipendio, dopo che nel filmato era stato mostrato anche l’attacco di Di Maio ai deputati fuoriusciti Catalano e Tacconi sulla mancata restituzione dei soldi: «Mi spiace che venga sempre fuori la questione dei soldi quando ci sono critiche e polemiche. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio delle rendicontazioni di altri nostri colleghi. C’è chi da quando è in Parlamento si è limitato a produrre soltanto qualche ordine del giorno. Da attivista dico: è giusto pagare 3mila euro al mese chi fa così poco? I nomi? Basta vedere OpenPolis per scoprirli, sono sia al Senato che alla Camera», ha continuato Battista. L’ex senatore del M5S ha poi difeso il collega Ivan Catalano, a sua volta attaccato sui fondi: «Siccome la sua colpa è stata quella di dare i fondi alla Caritas, si approfondisca sul fondo di garanzia. Mi riservo di fare un’interrogazione», ha spiegato, mostrando perplessità sul fondo istituito in cui confluiscono i soldi restituiti dai parlamentari grillini.
PIAZZAPULITA: GLI ESPULSI CONTRO CLAUDIO MESSORA – È stato Francesco Campanella a rilanciare, spiegando di non aver compreso le motivazioni della «cacciata» e di non aver violato il regolamento: «Le espulsioni sono arrivate dopo che avevamo sollevato delle critiche. Perché noi dissenzienti non ce ne siamo andati prima, considerate le nostre critiche? Noi ci siamo accostati a questo MoVimento con entusiasmo. In periferia funziona democraticamente, non esiste alcuna influenza di Grillo. La brutta sorpresa è arrivata qui a Roma. Qui arrivano le indicazioni di Grillo attraverso i fedelissimi o i gruppi di comunicazione», ha spiegato. Poi l’affondo su Claudio Messora: «Partecipa alle riunioni dei senatori, esprimendo opinioni e condizionando le decisioni». Sulle accuse di incontri con Giuseppe Civati, è stato lo stesso parlamentare del Pd – ospite a sua volta in aula – a spiegare: «Basta con questo clima da spy story. Siamo in Parlamento e ci si parla, è normale. Ma non mai fatto nessuna cena con i dissidenti del MoVimento 5 Stelle». Critiche nei confronti dei dissidenti sono poi arrivate dall’attivista Salvo Mandarà – che aveva girato l’Italia insieme a Grillo durante la campagna elettorale come video-reporter, ndr – : «I comportamenti politici di queste persone da mesi sono note. La critica è che l’espulsione andava fatta due-tre mesi fa. Hanno tradito i principi del Movimento», ha accusato.
Lorenzo Battista ha invece accusato Beppe Grillo, ricordando quando l’ex comico rivendicava la libertà dei parlamentari. Poi invece sono arrivate le pratiche delle espulsioni contro le voci critiche. «Quando Renzi propose a Grillo di parlare di legge elettorale, il M5S avrebbe dovuto accettare il confronto anche per mettere in difficoltà il democratico», ha poi rilanciato Battista, tornando a criticare la totale chiusura dei pentastellati al dialogo. Per poi concludere con un nuovo attacco al responsabile della comunicazione al Senato: «I voti non li abbiamo presi soltanto per Grillo, ma anche per i contenuti del Movimento. La busta paga di Messora è superiore a quella dei parlamentari. Posso essere un po’ arrabbiato per questo?». Battista e Tacconi hanno poi assicurato che continueranno a restituire la metà dei loro stipendi, nonostante non siano più parlamentari del MoVimento 5 Stelle.