Chico Forti e l’ombra del complottismo

18/07/2012 di John B

IL TAM TAM – Mentre si sviluppava il botta-risposta con Giusti, su Facebook e Twitter partiva il tam-tam contro l’articolo. Un utente di FB con il nick “Chico Forti” inseriva il link all’articolo commentando: “John B….Intanto sarebbe meglio firmare per intero un articolo del genere”. Una predica davvero curiosa, visto che a farla è una persona che scrive sotto il nome di “Chico Forti” (e qualcuno dei suoi interlocutori lo ha spesso scambiato per il vero Chico Forti) ma la sua utenza Facebook è intestata a tale “Lucio Caltavituro” e usa chiamarsi “Magda”…

LA FARSA DEI DOCUMENTI PROCESSUALI- Una dei “fan”, però, ha colto il senso vero dell’articolo e ha scritto allo pseudo Chico Forti (alias Lucio Caltavituro, alias Magda). Riporto lo scambio di battute perché è davvero significativo per capire come stanno le cose:

Antonella Gaiani:

CREDO SIA PIU’ CHE GIUSTO – DALLA PARTE DELLA FAMIGLIA – PUBBLICARE TUTTA LA DOCUMENTAZIONE! Darebbe a tutti la possibilità di trarre conclusioni corrette!

 Chico Forti:

 Antonella Gaiani hai ragione comunque è sempre stato detto che chi ne vuole avere copia basta fare la richiesta.

Antonella Gaiani:

Caro Chico io credo che mettere in rete a documentazione – quindi a disposizione di tutti – sia importante soprattutto per Te, servirebbe a bloccare alcune critiche e sicuramente aiuterebbe la verità! Hai la fortuna in questo momento di avere dalla tua un magistrato di grande valore quale è Ferdinando Imposimato, il quale ha affermato che farà tutto il possibile per vederti presto libero. Un abbraccio! E Forza!

Chico Forti:

Abbiamo avvisato la famiglia ora decideranno cosa fare certo è che io (Magda) voglio sapere il nome del “signore” che ha pubblicato …almeno 🙂

Antonella Gaiani:

Non importano le ragioni che hanno spinto questo signore a scrivere quello che ha scritto, la cosa importante è trovare il modo di liberare Chico. Io ho firmato per lui fidandomi del mio intuito ma sarei felice di poter consultare gli atti del processo. Se lo avessi fatto sarei stata in grado di replicare punto su punto, e come me, tante altre persone che credono nella sua innocenza. L’unica cosa che per  ora mi sento di dire a questo signore è che la storia è piena di errori giudiziari e questo in tutte le parti del mondo!

Antonella Gaiani:

Caro Chico posso avere copia degli atti?

Chico Forti:

Roberta Bruzzone criminologa, la richiesta va fatta qui.

Dunque, si scopre che i documenti non sono online e nemmeno il sedicente Chico Forti (alias Magda) ne è in possesso, ma bisogna richiederli alla criminologa Roberta Bruzzone. Ed è proprio quello che puntualmente ha fatto Antonella Gaiani, seguendo il link alla pagina FB della criminologa, fornitogli dal finto Chico.

Antonella Gaiani:

Gentile Dott.ssa Bruzzone, ho firmato la petizione di Chico Forti sulla base del mio intuito nonchè dalla garanzia rappresentata dal nome del magistrato Imposimato e del Suo. Ho letto altresì le obiezioni che qualcuno ha sollevato sulla reale colpevolezza di Chico! E’ per questo motivo che ritengo sia utile, a me come a tutti coloro che vorranno battersi per questa causa, avere la possibilità di visionare gli atti del processo. Chico mi ha scritto che basta richiederli. Le sarei grata se volesse farmi sapere in che modo può avvenire la consultazione! Un caro saluto e un “in bocca al lupo” a tutti Voi per il lavoro nel quale siete impegnati volto alla ricerca della verità.

Roberta Bruzzone criminologa:

Metteremo a disposizione di tutti il mio report integrale e tutti gli atti a breve…così demoliremo agevolmente tutte le obiezioni sollevate da chi, evidentemente, non conosce il caso e dimostra di avere poche idee e molto confuse…

POCHE IDEE E MOLTO CONFUSE? – Vediamo allora chi è che ha “poche idee e molto confuse”. Il sedicente Chico Forti (alias Luigi Caltavituro alias Magda), paladino degli innocentisti, non ha nemmeno gli atti processuali dei quali parla e sparla. A chi obietta che la richiesta di pubblicare gli atti è cosa buona e giusta, risponde che gli atti sono sempre stati disponibili, basta chiederli. Ma quando qualcuno li chiede, ecco che bisogna rivolgersi alla criminologa Bruzzone. Una volta chiesti alla Bruzzone, questa non li fornisce ma dice che presto saranno tutti online. E sarei io ad avere le idee confuse… Alla fine della giostra, il dato di fatto è che gli atti non sono disponibili.

L’OMBRA DEL COMPLOTTISMO- Fa male la Gaiani a essere così convinta che l’appoggio di Imposimato sia una buona garanzia. Infatti si tratta dello stesso  Imposimato che si è lasciato incantare dalle teorie complottiste sull’11 settembre al punto di chiedere l’apertura di un processo internazionale contro gli Stati Uniti! La storiella del complotto su Versace e l’entrata in scena di Imposimato fanno precipitare senza tanti complimenti l’intera vicenda di Enrico Forti nel campo del puro complottismo (con tanto di segnalazione obbligatoria a Perle Complottiste), circostanza che da un lato spiega il comportamento quasi isterico degli innocentisti, dall’altro non giova affatto alla causa di Chico Forti, che rischia di esserne molto screditata.

I COMMENTI DI CRITICA – E intanto i commenti di “critica” pilotati su Facebook e su Twitter hanno continuato ad arrivare e alcuni sono davvero curiosi.

Ad esempio, Luisa Nicolussi Golo da Luserna, ha scritto: “C’è una persona in galera, prima di scrivere certe cose con tanta sicurezza, si informi e ci dia le prove di quanto dice!!! Altrimenti sono chiacchiere. Chico Forti LIBERO!!!”.

Sembra un grido di guerra dei tempi del Che. Si dà il caso che Enrico Forti è in galera per effetto di una sentenza di condanna definitiva. Le prove della sua colpevolezza sono state acquisite e valutate in un Tribunale e la sentenza ha pieno valore giuridico per cui spetta agli innocentisti fornire le prove della sua innocenza. Difatti, delle mie prove, Enrico Forti non sa che farsene, perché in galera c’è già e ci resterà anche se nessuno pubblica ulteriori prove della sua colpevolezza. Per uscire di galera servono invece prove della sua innocenza. Veda un po’, la signora Luisa, chi è che deve tirar fuori le prove.

Poi c’è Stefano Francesco Piva che tira in ballo altri casi giudiziari, compreso quello di Amanda Knox, che secondo lui sarebbe stata trattata da “cittadina di serie A” perché americana e perché gli italiani sarebbero “sudditi americani”. In verità assieme alla Knox è stato assolto anche l’italianissimo Raffaele Sollecito, ma Piva se ne scorda opportunamente. L’approccio di Piva è rivelatore del fatto che tra gli innocentisti serpeggiano sentimenti antiamericani, circostanza che fa il paio con quanto avviene nel mondo del complottismo da questa parte dell’Atlantico.

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