Le chat no-vax in Italia hanno perso forza, secondo l’intelligence

Un monitoraggio ha stabilito quali siano gli attuali numeri: se prima di dicembre gli utenti attivi erano 300mila, adesso sono circa un terzo

31/12/2021 di Redazione

In tanti hanno abbandonato la chat no-vax. È stato questo, con ogni probabilità, l’effetto delle ulteriori strette che, dal mese di dicembre, hanno caratterizzato le nostre attività quotidiane. Super Green Pass per l’accesso in diversi luoghi pubblici, la prospettiva del Super Green Pass anche per i luoghi di lavoro, ora l’ultima differenziazione per le quarantene dei non positivi entrati in contatto con qualcuno che ha già contratto il virus. Colpo su colpo, si tratta di azioni che hanno – gioco forza – abbattuto la resistenza di diversi utenti no-vax della rete. Lasciando nelle chat su Telegram o su altri servizi di messaggistica soltanto i più irriducibili.

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Chat no-vax perdono forza, secondo l’intelligence

Stando a quanto rilevato da un’analisi dell’intelligence, riportati da Repubblica, i numeri delle chat no-vax e no-green pass sono scesi in maniera vertiginosa: a inizio del mese di dicembre 2021 si stimavano circa 300mila utenti che interagivano in questi gruppi e canali, mentre adesso sarebbero scesi a 100mila. Effetto sicuramente di un cambio di passo di alcuni, che si stanno convincendo a vaccinarsi (negli ultimi giorni sono in risalita anche i dati sulle prime dosi di vaccino), ma – aggiungeremmo – anche dell’azione delle forze dell’ordine che hanno oscurato alcune delle principali chat in seguito a indagini.

È successo per il canale Telegram “Basta Dittatura” – che ha provato a trasferirsi altrove, con alterne fortune dei suoi canali civetta -, è successo per diversi canali dove venivano messi in vendita o si scambiavano semplicemente i falsi green pass. Inoltre, un altro aspetto che sicuramente ha avuto un impatto è stato il progressivo raffreddarsi delle proteste di piazza che avevano caratterizzato l’autunno del 2021: intorno all’assalto alla Cgil di inizio ottobre e in seguito a una serie di proteste che, nei giorni successivi, non hanno avuto quegli effetti apocalittici che venivano promessi in gruppi e chat, qualcuno ha perso “fiducia” in quelle comunicazioni che venivano veicolate attraverso quei mezzi di informazione – o meglio, di disinformazione.

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