«Cent’anni di solitudine» diventerà una serie Netflix

Gabriel García Márquez ne sarebbe orgoglioso: i figli del premio Nobel ne sono certi, commentando l’annuncio di Netflix che trasformerà il romanzo «Cent’anni di solitudine» in una miniserie in lingua spagnola. «È da quando ho 8 anni che sento discussioni sulla vendita dei diritti» ha detto Rodrigo García al New York Times, «questa era l’occasione giusta».

Netflix ottiene i diritti per «Cent’anni di solitudine» di Gabriel García Márquez

Gabriel García Márquez, deceduto nel 2014, aveva spesso rifiutato le tante offerte che volevano trasformare «Cent’anni di solitudine» in un prodotto per il cinema. L’autore premio Nobel temeva che la storia della famiglia Buendía non potesse essere riassunta in un solo film, e sopratutto aveva a cuore che la produzione fosse in lingua spagnola. La proposta di Netflix invece ha convinto i figli a cedere i diritti. «Negli ultimi anni il prestigio e il successo delle serie televisive è cresciuto a dismisura» ha dichiarato al New York Times il figlio dello scritto, Rodrigo García, spiegando che «Netflix è stato tra i primi a dimostrare che il pubblico è oggi più che mai pronto e bendisposto a vedere produzioni in altre lingue grazie ai sottotitoli. Ciò che per mio padre era un problema, ora non lo è più». Rodrigo e il fratello Gonzalo seguiranno il progetto da molto vicino nel ruolo di produttori esecutivi. A far cadere le resistenze ha sicuramente contribuito il successo di produzioni Netflix come Narcos e Roma, che si è aggiudicato il premio come miglior film in lingua straniera all’ultima cerimonia degli Oscar. L’attenzione di Netflix verso le produzioni non in lingua inglese è crescente, e sembra aver trovato la chiave giusta per portarle all’attenzione del pubblico di tutto il mondo mantenendo fede ai costrutti e alle culture originali di riferimento.

«Cent’anni di solitudine» secondo Netflix: «Una storia fondamentale per la cultura latinoamericana e Colombiana, ma allo stesso tempo universale »

La mini serie evento sarà realizzata seguendo i desideri di Gabriel García Márquez, che per anni si era rifiutato di cedere la storia del suo romanzo alle produzioni cinematografiche. Verrà girato interamente in Colombia e l’intenzione è di coinvolgere i migliori interpreti latino americani rimanendo fedeli alla storia originale. Francisco Ramos, vice presidente dei contenuti originali in lingua spagnola per Netflix, ha detto di essere «incredibilmente onorato» per il fatto che «ci sia stato affidato il primo adattamento filmato di Cent’anni di solitudine, una storia iconica e senza tempo dall’America Latina che siamo entusiasti di condividere con il mondo». «Sappiamo che i nostri clienti in tutto il mondo amano guardare film e serie in lingua spagnola – ha continuato Ramos in un comunicato ufficiale –  e riteniamo che questo sarà un progetto perfetto per la nostra piattaforma».

La storia di «Cent’anni di solitudine» ha aggiunto Ramos, è di fondamentale importanza per l’identità dell’americano latina e della Colombia «È la storia di quei cent’anni che ci hanno plasmato come continente, attraverso le dittature, la nascita di nuovi paesi e attraverso il colonialismo». L’obiettivo è di trasporre una tematica così delicata ed importante nel migliore dei modi: «Sappiamo che sarà un’esperienza magica ed estremamente importante per i latinoamericani e per i Colombiani –  ha aggiunto Ramos – ma il romanzo è allo stesso tempo universale».

«Cent’anni di solitudine»: il racconto della solitudine dell’uomo attraverso sette generazioni

Il romanzo, pubblicato per la prima volta nel 1967 e tradotto in 46 lingue, racconta la storia delle sette generazioni della famiglia Buendía. Il capostipite José Arcadio è il fondatore di Macondo, una cittadina sulla costa Colombiana. Il piccolo paese diventa specchio dei cambiamenti del paese per i successivi cent’anni, traslandosi anche nelle dinamiche delle generazioni della famiglia, che si sviluppano sotto lo sguardo della moglie di Arcadio, Ursula. La storia, che intreccia elegantemente modernismo e realismo magico, porta il lettore a riflettere sull’inevitabile tragedia dell’uomo, che nonostante i tentativi di evolversi e cambiare finisce sempre con il ritornare al punto di partenza e alle sue radici. «Cent’anni di solitudine» sembra compiere lo stesso percorso: si allontanerà dal medium tradizionale d’origine, tornando comunque alla base di se stesso, in Colombia e in lingua spagnola.

(Credits immagine di copertina: © El Tiempo/GDA/ZUMAPRESS.com)

Share this article
TAGS