Polemiche sui 30mila euro di diritti a Beppe Grillo per la serata amarcord su Raidue

27/01/2019 di Redazione

L’agenzia battuta dall’Adnkronos è di quelle esplosive. Stando a quanto apprende l’agenzia, in virtù dello spettacolo C’è Grillo di lunedì 28 gennaio su Raidue (ore 21.20), viale Mazzini dovrebbe corrispondere a Beppe Grillo circa 30mila euro di diritti d’autore. I soldi andranno versati dalla Rai alla Marangoni spettacoli, l’agenzia che da sempre tutela gli interessi del comico genovese.

C’è Grillo, la polemica sui diritti d’autore per il comico

E monta la polemica, con il deputato del Partito Democratico Roberto Morassut che chiede spiegazioni al ministro dell’Economia Giovanni Tria su questo episodio che lui definisce da ‘Repubblica delle banane’: «Ricordo a Grillo – dice – che 30 mila euro è lo stipendio annuo lordo di un impiegato comunale. Lui lo prende in una botta sola perché è un capo politico. Il ministro dell’Economia Tria, che è il principale azionista dell’azienda, deve spiegare».

La situazione avrebbe creato non pochi imbarazzi all’amministratore delegato della Rai Salini che sta pensando di correre ai ripari. Stando a quanto riporta Adnkronos, infatti, il contratto per la cessione dei diritti d’autore non sarebbe ancora stato firmato. Per questo motivo, la Rai potrebbe pensare a una retromarcia chiedendo una cessione gratuita dei diritti da parte dell’agente di Grillo. Una soluzione dell’ultim’ora che sarebbe allo studio della dirigenza di viale Mazzini.

Il ritorno in Rai di Beppe Grillo, sebbene soltanto attraverso degli sketch comici riproposti in una sorta di collage e senza alcun intervento originale del comico genovese, era già stato accompagnato dalle polemiche. La trasmissione C’è Grillo, voluta dal direttore di rete Carlo Freccero, era uno dei capitoli dedicati a personaggi celebri della storia della televisione pubblica: in onda è già andata la puntata su Celentano, mentre sono in programma episodi anche su Funari e Roberto Benigni.

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