L’altro passo falso del giornalismo in Rai: il caso di Zanarini sul gol di Portanova

Domenica Zanarini - durante una radiocronaca - ha parlato di un gol di Portanova che "mette a tacere le polemiche" in riferimento alla condanna per stupro del giocatore. La studentessa che accusa il giocatore ha scritto una lettera al cronista

20/09/2023 di Ilaria Roncone

Nel monografico di oggi – parlando delle mancanze del servizio pubblico a livello di corretta informazione – è impossibile non citare il recentissimo caso della radiocronaca di Nicola Zanarini su un gol di Manolo Portanova della domenica appena passata. Andiamo con ordine, spiegando innanzitutto chi è Manolo Portanova; passiamo poi all’episodio in sé, le frasi di Zanarini su Portanova in quella cronaca che sono finite al centro di una comprensibile bufera poiché sembrano riabilitare il giocatore – condannato in primo grado per stupro di gruppo – e la sua reputazione per via del fatto che ha messo una palla in rete; infine, nella giornata di oggi è arrivata una lettera  da parte della giovane donna che ha accusato Portanova (e non solo) di averla violentata. Una lettere che spiega, ancora una volta, perché un giornalista – ancor più se del servizio pubblico, ancor più se sta facendo una radiocronaca sportiva – dovrebbe pesare bene sia le parole che l’infelice scelta di menzionare una questione tanto delicata in un contesto del tutto fuori luogo, quello della cronaca di una partita.

La vicenda di Portanova in breve: il giocatore è tornato a giocare ad agosto per la Reggiana dopo essere stato escluso dal campo per otto mesi. A dicembre 2022 l’uomo è stato condannato, in primo grado, a sei anni di carcere per violenza sessuale di gruppo. Tra qualche mese si terrà l’appello del processo. Nel mentre, lo scorso mese il Tribunale Federale Nazionale ha scelto di farlo giocare – con buona pace delle moltissime proteste delle tifose della reggiana e delle associazioni femministe che si sono occupate del caso – dopo essersi dichiarato “incompetente sul caso” poiché sussiste un “vizio di giurisdizione” secondo cui la giustizia sportiva non interviene fintanto che l’atleta risulta essere imputato in un altro processo di giustizia ordinaria.

 

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Cosa ha detto Zanarini su Portanova

Durante la partita Reggiana-Cremonese il giornalista Rai ha pronunciato quanto segue come reazione a un gol del calciatore Manolo Portanova: «Un gol meraviglioso, il primo di Manolo Portanova, l’uomo più discusso dall’inizio della stagione a Reggio Emilia, che ha spaccato la tifoseria con la sua condanna in primo grado per stupro. Non lo volevano in tanti, soprattutto le tifose della Reggiana e invece gli ultrà lo volevano eccome, ed è andato a festeggiare proprio sotto la curva granata il suo primo gol in campionato. Un gol davvero meraviglioso che mette a tacere le polemiche anche se poi ricordiamo che tra qualche mese ci sarà l’appello del processo a Firenze per stupro di gruppo. Ma torniamo allo sport»

Rispetto a queste frasi è scattata un’indagine interna alla Rai, cui potrebbe seguire la sospensione del giornalista, con il comitato di redazione del Giornale Radio Rai Radio 1 che ha stigmatizzato la vicenda a gran voce prendendo le distanze «dalle parole inopportune pronunciate dal collega della Tgr Emilia Romagna». Zanarini si è scusato la sera stessa tramite i suoi social: «Oggi pomeriggio durante la radiocronaca di Reggiana-Cremonese su Radio Rai ho fatto un commento sicuramente fuori luogo dopo il gol di Manolo Portanova. Non intendevo certo dire che il caso sia chiuso da una rete o le polemiche spazzate vie da un gesto sportivo, tanto che subito dopo ho ricordato che l’appello dopo la condanna in primo grado a sei anni per la grave accusa di stupro di gruppo si terrà nei prossimi mesi a Firenze […]. Lungi da me il voler assolvere un imputato per un gol, nell’enfasi della radiocronaca mi è scappata una grossa stupidaggine, di cui mi scuso, e anche nel seguito della radiocronaca ho detto che il gol di oggi NON mette certo fine al caso Portanova e alle polemiche che sono seguite all’ingaggio del giocatore».

Al di là dei giusti accertamenti e dell’eventuale sospensione del giornalista, occorre fare un ragionamento ben più ampio proprio a partire dalle sue parole. Sono le parole di chi, candidamente, ammette di aver detto una grande sciocchezza mosso dall’enfasi della radiocronaca. Un’informazione data in maniera del tutto estemporanea, nel contesto e nel modo sbagliato, che pure è affiorata sulle labbra del giornalista nel modo che tutti abbiamo potuto vedere. Come si cambia una cosa del genere? Insegnando e formando gli individui – giornalisti e non – alla necessità di parlare di tematiche delicate come queste nei contesti e con i termini giusti. Una cosa che, giustamente, ci ha tenuto a sottolineare la giovane che ha accusato Portanova rivolgendosi direttamente a Zanarini in una lettera che ha affidato a La Nazione, della quale riportiamo i frammenti più pertinenti rispetto al punto che vogliamo affermare:

Mi chiedo se il radiocronista Nicola Zanarini abbia una moglie o delle figlie. In tal caso mi chiedo: se fossero state loro al posto mio queste parole dovute ’alla gloria di fronte ad un gol’ gli sarebbero scappate ugualmente? E loro lo avrebbero ipoteticamente scusato nel sentirgliele pronunciare?

Non si tratta di sentirsi offesa, si tratta di realizzare ancora una volta quanto manchi il rispetto per le vittime di violenza sessualee in questo caso il rispetto per tutte le donne. Si tratta di sentirsi amareggiata e arrabbiata comprendendo che siamo ben lontani dal cambiamento. È altresì deprimente notare come il maschilismo patriarcale, di cui tutto ciò è intriso, affonda le radici in affermazioni come queste.

Si tratta di soffrire di fronte a certe affermazioni, comprendendo che probabilmente è vero, quello della violenza sulle donne è un fenomeno ancora preso molto, anzi moltissimo alla leggera, nel nostro Paese. Si tratta di fare un piccolo passo avanti e farne 5 indietro a causa di un risveglio domenicale in cui la prima cosa che vedo è una radiocronaca in cui vengo tirata in ballo pure se non c’entro nulla, in cui la mia battaglia viene sminuita di fronte ad un gol, in cui si parla di polemica e non di una condanna in primo grado a 6 anni. Ricordo con rito abbreviato.

So bene che non tutti si schierano sempre dalla parte della verità e della giustizia, ma sarebbe maturo e premuroso, data la delicatezza di determinati casi, che certi commenti privi di sensibilità vengano fatti in separata sede e non di fronte ad un pubblico di migliaia di spettatori. Se un gol riabilita da uno stupro e si festeggia non abbiamo speranza.

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