I più recenti casi di cronaca italiana connessi alla pedopornografia online

Denunce, arresti e operazioni per sgominare un vero e proprio traffico (in alcuni casi dietro compenso) di materiale sessualmente esplicito con vittime bambini e adolescenti

05/05/2023 di Redazione Giornalettismo

L’ultimo report della Polizia Postale (relativo al 2022 e ai primi tre mesi del 2023) hanno messo in evidenza la crescita dei casi di pedopornografia (in tutte le sue varianti) in Italia. Un aumento di episodi che ha portato alla chiusura di migliaia di portali illegali, alla denuncia di moltissimi cittadini (tra loro anche minorenni) e a molteplici arresti. Fenomeni variegati che sono il sintomo sempre più evidente di come il mondo iper-connesso sia una delle cause dell’incremento di fatti di cronaca legati a questa tipologia di reato. E le pagine dei quotidiani italiani, così come le operazioni delle forze dell’ordine, nel corso degli ultimi 16 mesi hanno raccontato numerosissimi episodi di questo tipo.

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Dagli arresti alle denunce. Dalle operazioni coordinate in varie città italiane a veri e propri gruppi “social” che utilizzavano le piattaforme online e le app (la più utilizzata è Telegram) per diffondere materiali sessualmente espliciti relativi a bambini e adolescenti (rincarando la dose anche con video intimi pubblicati senza consenso e fenomeni come il revenge porn). Le quasi 1.500 persone denunciate nel solo 2022 sono l’esatta misura di come i casi pedopornografia in Italia siano in costante aumento, così come le varie sfaccettature che si celano dietro questo reato.

Casi pedopornografia in Italia, l’inizio del 2022

Nel report della Polizia Postale, pubblicato in occasione della Giornata Nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, si parla di innumerevoli operazioni condotte al fine di bloccare la catena di produzione e condivisione di questi materiali. Il primo intervento degli ultimi 16 mesi risale al gennaio del 2022, quando a Roma venne arrestato un 21enne per vari reati legati alla sfera della pedopornografia: aver indotto una minore a produrre foto in cui doveva mostrarsi nuda), aver creato numerosi canali su un noto social network destinati allo scambio di materiale pedopornografico, aver detenuto sui dispositivi centinaia di immagini e video pedopornografici. Solo qualche settimana più tardi, a L’Aquila venne arrestato un 27enne che aveva adescato online una bambina di 9 anni (attraverso i social network) instaurando con lei un rapporto di fiducia, trasformando quella chat in una conversazione in cui si chiedeva alla piccola di inviare foto e video delle sue zone intime.

Alla fine di febbraio del 2022, dalla Toscana, ecco arrivare due nuovi arresti: un 43enne di Livorno e un 25enne di Pisa sono finiti in manette perché sui loro dispositivi erano stati trovati rispettivamente 1.100 e 500 contenuti di carattere sessuale riferiti a minori di 18 anni. Qualche giorno dopo, grazie a un’operazione coordinata tra la capitale e Trieste, è stato arrestato un altro uomo – residente a Roma – per «detenzione di materiale pedopornografico in disponibilità agli stessi nonché l’attività di condivisione dei file su piattaforme di messaggistica ed altri social network». Nell’ambito della stessa operazione è stato denunciato anche un altro uomo residente a Viterbo.

Dieci giorni dopo, siamo nel mese di aprile dello scorso anno, un 42enne residente nella provincia di Reggio Calabria venne arrestato: sui suoi dispositivi vennero trovate migliaia di foto e centinaia di video di minori (anche in tenera età) abusati sessualmente da alcuni adulti. Nello stesso giorno, stessa sorte per un 49enne della provincia di Catania che aveva sui suoi dispositivi 2.700 contenuti di carattere pedopornografico e che faceva parte di gruppo internazionale che utilizzava WhatsApp per scambiarsi questi materiali. Nel maggio dello stesso anno, la Polizia Postale (nell’ambito dell’operazione “Luna”) ha arrestato di un uomo (recidivo) e la perquisizione di 32 soggetti per detenzione di materiale pedopornografico. Così come a Forlì e Udine, qualche settimana dopo, dove furono arrestati tre uomini.

La seconda metà del 2022

Come si evince dalla prima metà del 2022, il trend di indagini e arresti è stato in crescita ed è proseguito sulla stessa falsariga nel corso dei mesi successivi. Una delle più eclatanti inchieste portò all’arresto – a Romadi tre persone: un imprenditore romano (recidivo, già indagato nel 2018 per detenzione di materiali con minori) che scambiava immagini e video della figlia minore per essere ammesso in un gruppo esclusivo pedopornografico; un giovane di Viterbo di 26 anni trovato in possesso di ingente materiale pedopornografico; un cameramen romano di 32 anni per detenzione di ingente materiale pedopornografico. A luglio, un uomo della provincia di Ascoli Piceno è finito in manette: sul suo pc c’erano oltre 4.500 file relativi a foto e video di carattere pedopornografico. Ad agosto, sempre per gli stessi motivi, è stato arrestato un commerciante di Genova. Mentre a inizio settembre sono scattate le manette nei confronti di un uomo residente a Trento per produzione e possesso di materiale pedopornografico. Stessa sorte, a novembre, per un cittadino di Macerata che “collezionava” oltre 31mila contenuti di minori in comportamenti sessualmente espliciti.

Casi pedopornografia in Italia, il 2023

All’inizio del 2023, come confermato dal report della Polizia Postale, gli arresti e le operazioni per debellare i casi pedopornografia in Italia non si sono fermati. A partire dall’operazione “Dictum” avvenuta nel corso del mese di gennaio: 31 persone coinvolte (5 arrestate – tra cui l’autista di uno scuolabus e un catechista – e 26 denunciate), tutte residenti in Toscana: «Per cinque degli indagati – si legge nel comunicato a corredo dell’operazione -, oltre alla gravità del fatto, intuibile dalla detenzione di migliaia di immagini e video raffiguranti bambini, anche in tenera età, coinvolti in atti sessuali con adulti o con altri minori, oltre che in atti di autoerotismo, è stata accertata anche la pericolosità, in quanto abitualmente impegnati nella raccolta e nello scambio di materiale pornografico realizzato con minori di 18 anni». A questo si aggiungono altre operazioni che hanno portato al fermo di numerose persone accusate di questo reato.

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