Carlo Freccero contro Bruno Vespa: «È lui che comanda sui palinsesti Rai»
12/03/2019 di Enzo Boldi
L’accusa è di quelle forti: c’è un giornalista in Rai che decide i palinsesti della televisione pubblica. Il tutto per non contrastare la propria trasmissione. A gettare questo macigno è stato il direttore di Rai2 Carlo Freccero nel corso della sua audizione in commissione Vigilanza. Il destinatario di questo messaggio è Bruno Vespa. Insomma, per il vertice del secondo canale il giornalista gestirebbe (o almeno influirebbe) la programmazione della Rai per evitare di perdere ascolti del suo storico Porta a Porta. Accuse che fanno rumore, soprattutto per il peso mediatico (incontestabile) di Vespa all’interno di viale Mazzini
«Vespa ancora comanda e ottiene di non avere controprogrammazione e il coordinamento vince e io ho dovuto inchinarmi», ha dichiarato il direttore di Rai2 Carlo Freccero alla Vigilanza Rai che poi ha proseguito parlando di Povera Patria, la trasmissione che secondo la sua idea sarebbe dovuta andare in onda il mercoledì sera, ma è stata spostata al venerdì per non intralciare proprio Porta a Porta. «Ho dovuto inchinarmi anche di fronte ad altre cose del coordinamento – denuncia ancora Freccero -. Finalmente l’ho detto, e uscito fuori. So che pagherò per questa informazione». Parole che hanno provocato l’immediata replica da parte dello storico giornalista.
Carlo Freccero e la bordata a Bruno Vespa sui palinsesti Rai
«Vespa comanda sui palinsesti Rai? Non siamo ridicoli – ha risposto piccato il giornalista alle parole e alle accuse di Carlo Freccero davanti alla Commissione di Vigilanza della televisione pubblica -. Porta a Porta va in onda a ore impossibili, viene massacrata dai commenti alle partite di calcio che ci fanno partire al 4% e dal prolungarsi ormai stabile delle prime serate sulle altre reti. Povera Patria in un giorno diverso dal nostro? È la vecchissima regola di non sovrapporre informazione a informazione. E un consumato uomo di televisione come Carlo Freccero la conosce perfettamente».
(foto di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI + ANSA/ALESSANDRO DI MEO)