Dopo il post del condirettore TgR su Calenda e Pinocchio, l’Usigrai dice che i giornalisti non devono fare interventi politici

Il sindacato dei giornalisti Rai ha diffuso una nota dopo il post di Carlo Fontana sul nonno del leader di Azione e su uno dei suoi più celebri sceneggiati

09/08/2022 di Redazione

Ormai sembra essere decisamente scontro aperto tra i giornalisti della Rai e i politici, di qualunque schieramento. Se, nelle ultime ore, era stata sfida aperta tra gli esponenti di centrodestra e i redattori del servizio pubblico (ricordiamo le polemiche della Lega per la scaletta del Tg1 del 31 luglio, o la battuta di Elisa Anzaldo su Giorgia Meloni o, ancora, il botta e risposta in diretta tra Guido Crosetto e Senio Bonini), oggi è stata la volta di una polemica tutta sui social network che ha riguardato il condirettore della TGR Carlo Fontana e il leader di Azione Carlo Calenda. Questo episodio ha dato modo all’Usigrai, il sindacato dei giornalisti del servizio pubblico, di esprimere delle posizioni nette e generali a proposito del comportamento che gli stessi giornalisti della Rai devono tenere in questo periodo di campagna elettorale e non solo.

LEGGI ANCHE > L’improvviso interesse della Lega per i bassi ascolti e per la scaletta del Tg1

Carlo Fontana e Carlo Calenda, lo scontro sui social e la posizione dell’Usigrai sulle opioni politiche dei giornalisti

I fatti, innanzitutto. Questa mattina, il condirettore della TGR Carlo Fontana aveva pubblicato il seguente post su Facebook: «Indovinello: come si chiamava il famoso regista nonno di Carlo Calenda? Luigi Comencini. Che sceneggiato diresse per la tv? Le avventure di Pinocchio. Ecco, tutto torna». È seguita immediata risposta da parte del leader di Azione, attraverso il suo profilo Twitter, quello maggiormente utilizzato da Calenda per la sua comunicazione politica:

Questo scontro sui social network ha dato modo all’Usigrai di definire quali saranno, da oggi in poi, i contorni all’interno dei quali si andrà a muovere la comunicazione social dei giornalisti del servizio pubblico. Per quanto riguarda i post o i tweet pubblici, esprimere una opinione politica sarà un tabù.

«Non è tollerabile – si legge nel comunicato stampa diffuso – che chi lavora nel servizio pubblico utilizzi social, dibattiti pubblici o qualsiasi altro mezzo per colpire o al contrario spalleggiare questo o quel politico. I giornalisti Rai, conclude ma nota, a maggior ragione se dirigenti, devono tenere un comportamento consono, equidistante, rispettoso dei cittadini».

Share this article