Il governo raggiunge l’intesa: carcere da 4 a 8 anni per gli evasori oltre i 100mila euro

22/10/2019 di Enzo Boldi

A notte inoltrata è stato trovato l’accordo sulla misura simbolo del Movimento 5 Stelle in questa fase di governo-2, quello insieme al Partito Democratico. Ad annunciarlo è il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, al termine del vertice di maggioranza: il carcere per evasori sarà inserito nel dl Fisco. Esultano i pentastellati con Luigi Di Maio che, attraverso i suoi profili social, parla di ennesima promessa mantenuta per gli italiani. Dalla sponda dem, però, si sottolinea come l’iter per l’approvazione è ancora lungo e il provvedimento potrebbe subire alcune modifiche nel corso dei passaggi parlamentari.

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«Ho due buone notizie per imprenditori, commercianti, artigiani e per tutti gli italiani onesti: il carcere ai grandi evasori entra nel decreto fiscale, come aveva chiesto con forza il M5S. E anche la confisca per sproporzione entra nel decreto legge – ha scritto Luigi Di Maio sul proprio profilo Facebook -. Le multe sul mancato uso del Pos sono posticipate al luglio del 2020, nell’attesa di un accordo sull’abbassamento dei costi delle commissioni delle carte di credito e dei dispositivi per il pagamento».

Carcere per evasori, la gioia M5S

Non solo carcere per evasori, dunque, ma anche la questione Pos che viene messa in fase di attesa almeno fino a luglio per consentire a tutti di correre ai ripari e di trattare con i distributori e fornitori. Ma la questione principale resta l’aumento delle pene per chi viene pizzicato a evadere il fisco: «Da un minimo di 4 anni a un massimo di otto di carcere per i grandi evasori partendo da una somma evasa di 100mila euro», ha dichiarato Alfonso Bonafede.

«Non ho alcun timore di modifiche in Parlamento. Come in tutti i decreti c’è il procedimento di conversione in legge ma la maggioranza ha stabilito inequivocabilmente il carcere ai grandi evasori – ha proseguito il ministro della Giustizia -. È una norma dai confini talmente netti che la maggioranza non deve temere nulla».

La posizione del Pd è più attendista

Di diverso avvio sembra essere il Pd che ha parlato attraverso le parole di Dario Franceschini: «L’intesa sull’inasprimento delle norme per i grandi evasori adempie al punto 16 del programma di governo e rientra nella strategia di lotta all’evasione centrale per il governo. Il fatto poi che nel decreto fiscale sia previsto che le norme entreranno in vigore non subito ma soltanto al momento della conversione, garantisce il Parlamento sulla possibilità di approfondirne tutti gli effetti e conseguenze». Meno certezze, dunque. Il provvedimento, infatti, potrebbe subire diverse revisioni nel corso dei passaggi tra Camera e Senato.

(foto di copertina: ANSA/ RICCARDO ANTIMIANI)

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