Il caracal da 10mila euro sequestrato a Milano: trasferito in un centro per animali esotici
13/01/2018 di Redazione
La sua storia è diventata nota nel mese di novembre. La foto di un caracal – il cui nome di battesimo si è scoperto essere Grum – a spasso per Milano aveva messo in allarme il comune che, su Facebook, aveva diramato un comunicato di allerta ai cittadini: l’animale esotico, infatti, rientra tra le specie pericolose e aggressive. Ora, il felino che ha origini asiatiche e africane è stato sequestrato dai carabinieri forestali di Milano, che lo hanno trasferito immediatamente in un centro per gli animali esotici.
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CARACAL, LA REAZIONE DELLA PROPRIETARIA AL SEQUESTRO
La proprietaria – una donna bulgara che lo teneva tranquillamente in casa come un qualsiasi gatto domestico – lo avrebbe pagato circa 10mila euro. Una cifra che le permetteva di sfoggiarlo con disinvoltura in pieno centro, ricoperto di abitini brillantinati, in modo particolare ai giardini Montanelli, dove veniva spesso avvistato. La sua reazione al sequestro è stata di stizza e di rabbia e ha annunciato delle azioni legali.
Il caracal Grum presenta un deficit della crescita e gli esperti stanno valutando le sue condizioni complessive. Appartiene a una specie di cui è vietata la detenzione in Italia, dove la disciplina sulla tutela delle specie selvatiche è molto avanzata. La proprietaria, tuttavia, era riuscita tranquillamente a introdurlo sul nostro territorio nazionale dalla Repubblica Ceca (ma l’esemplare era partito addirittura dal Belgio).
CARACAL, LA DIFESA DELL’AVVOCATO DELLA DONNA
L’avvocato della donna ha diffuso una nota in cui ha ripercorso le vicende legate all’acquisto del caracal: «Il cucciolo è stato regolarmente acquistato sei mesi fa da un allevamento che l’ha vaccinato – ha scritto l’avvocato Stefano Sutti -, certificato, munito di passaporto e chip sottopelle secondo la legge. Ha passato le sue prime vacanze all’aperto in Bulgaria, e successivamente è stato trasferito in Italia per subire un delicato intervento chirurgico dopo essere normalmente atterrato a Milano e identificato dalle autorità di frontiera».