Calcio in streaming, chi vince? | NOVESEDICESIMI

Viaggio nel mondo degli OTT al tempo della diffusione degli eventi sportivi attraverso le piattaforme digitali: problemi e possibili soluzioni

28/02/2022 di Redazione

Dazn, Amazon Prime, Infinity, Helbiz, fino ad arrivare a esperimenti di carattere più specifico e verticale. L’elenco degli OTT che si stanno attrezzando per trasmettere gli eventi sportivi in streaming si fa sempre più lungo. Un elenco che si allunga, dunque, in maniera direttamente proporzionale ai problemi che questi operatori, soprattutto al momento del lancio, hanno riscontrato. Giornalettismo ve ne ha parlato spesso in questi mesi, ma vi ha anche anticipato che questo modo di trasmettere grandi eventi di interesse rappresenta sicuramente il futuro delle telecomunicazioni: la possibilità di avere l’evento sempre a portata di mano, il fatto di poterlo condividere insieme ad altri utenti in maniera contemporanea, l’abbattimento dei costi rispetto al pregresso e – soprattutto – la possibilità di disdire gli abbonamenti in qualsiasi momento rappresentano delle frontiere da cui, ormai, sembra non si possa più tornare indietro. Per questo Novesedicesimi ha dedicato una intera settimana di approfondimenti al tema del calcio in streaming: saremo sempre condannati al buffering, ovvero a quella rotellina che gira, gira, gira, in maniera snervante proprio nel corso – magari – di un’azione decisiva, oppure ci sono delle prospettive di miglioramento?

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Calcio in streaming, il fischio d’inizio

Fischio d’inizio. La trasmissione del calcio in streaming prevede una serie di fattori in combinazione per poter garantire e assicurare un servizio soddisfacente all’utente finale. Negli articoli che abbiamo realizzato sull’esperienza di Dazn con la nostra Serie A, soprattutto nel corso delle prime giornate di campionato, abbiamo provato a descrivere il suo funzionamento e l’iter che porta una immagine video da un qualsiasi stadio italiano a un qualsiasi dispositivo mobile dell’utente finale. Sicuramente, ci sono dei punti critici di questo passaggio e verranno analizzati in seguito.

Uno dei timori che, però, ha caratterizzato le fasi preliminari della distribuzione in streaming del prodotto calcio era sicuramente quello della tenuta complessiva della rete: la trasmissione delle partite avrebbe permesso il normale utilizzo delle altre piattaforme da parte dell’utente di internet in Italia? Da questo punto di vista, Flavio Luciani – CTO di Namex, il più importante IXP (Internet Exchange Point) dell’Italia centrale, ha fornito rassicurazioni in merito a Filippo Poltronieri, che per noi ha curato questo approfondimento.

E queste rassicurazioni hanno spinto sempre più imprenditori a investire nella trasmissione dello sport in streaming. Goffredo D’Onofrio ha realizzato Mola TV, un progetto che punta a unire sport e intrattenimento e a proporsi come una vera e propria alternativa tutta made in Italy ai grandi operatori del settore.

Ma questo modo di fruire gli eventi sportivi rispetta l’utente? Riesce a trasmettergli quelle emozioni che i media di una volta, molto analogici e poco digitali, suscitavano nel tifoso di calcio? L’ex radiocronista di Tutto il calcio minuto per minuto, Riccardo Cucchi, ha espresso il suo punto di vista in una sorta di editoriale conclusivo.

La catena di trasmissione del calcio in streaming

Siamo entrati con le telecamere di Giornalettismo direttamente nel datacenter di Namex, guidati dal CTO Flavio Luciani. Namex è uno degli IXP italiani: punti di interscambio della rete, snodi da cui passa il traffico internet di una particolare area geografica. In questo caso, siamo a Roma: dunque, Namex raccoglie e monitora tutto il traffico internet dell’Italia centrale.

Sicuramente, da qui si ha un punto di vista privilegiato sull’analisi della trasmissione in streaming degli eventi live. E si possono trovare delle risposte per cercare di capire dove si siano verificati alcuni problemi che hanno caratterizzato, ad esempio, le prime uscite di Dazn nella trasmissione delle partite della Serie A: «Per capire dove si può registrare un problema – spiega Flavio Luciani – in un servizio di live streaming che si vede male o comunque non funziona correttamente, bisogna capire come funziona il flusso video di una partita di calcio, dalla telecamera sul campo fino al nostro dispostivo». Il meccanismo è complesso e prevede diversi attori in gioco: l’operatore che fornisce il flusso di immagini, c’è il broadcaster, ci sono le content delivery network, ci sono i punti di interscambio dove il contenuto è presente. Ma non è finita qui: ci sono le reti di accesso, i servizi internet, le reti locali all’interno delle nostre case. Facile immaginare che, con tanti attori in gioco, il rischio di inciampo è dietro l’angolo e non è per forza in capo a un unico soggetto. «Penso che un miglioramento dei servizi di live streaming – spiega Flavio Luciani – ci sarà nel momento in cui si avrà più interazione tra tutte le parti in gioco coinvolte. È vero che siamo abituati ad avere eventi in streaming, ma sicuramente non della portata del campionato di calcio di Serie A. Ciò introduce due elementi da tenere in considerazione: il carico sulla rete e la contemporaneità a quel particolare tipo di contenuto».

E al momento, da questo punto di vista, la portata complessiva dell’infrastruttura della rete internet italiana è sembrata reggere. Qui alcune infografiche che spiegano il meccanismo di funzionamento della trasmissione delle immagini:

I nuovi operatori del mercato

Come detto, la trasmissione di eventi sportivi live è una frontiera su cui diversi operatori si stanno concentrando. È il caso di Mola TV, ad esempio. Si tratta dell’OTT Indonesiano che – in quel mercato – possiede i diritti del campionato dal maggiore appeal al mondo, la Premier League. Non si limita, però, alla sola trasmissione di sport in streaming, ma cerca di unire a questo una proposta che spazia dai film alle serie tv, fino ai programmi di intrattenimento. Dal novembre 2021, Mola TV ha un suo punto di riferimento anche in Italia. Calcio internazionale e calcio locale, rugby, altri sport americani, intrattenimento: la proposta è varia e – al momento – gratuita. Goffredo D’Onofrio, il direttore di Mola TV, ci ha spiegato le prospettive del progetto e ci ha esternato alcune sue riflessioni sul mondo degli OTT in Italia.

«Non siamo Dazn: il nostro progetto non si basa solo sullo sport – ha spiegato a Giornalettismo -. Oltre a questa grande area tematica, vasta perché non ci occipiamo solo di calcio, c’è anche l’anima dell’intrattenimento, con diversi concerti in streaming ad esempio. Al momento, visto che stiamo ancora sistemando delle cose, non ci sembra il caso di proporre un abbonamento ai nostri utenti». I problemi che vengono affrontati da Mola TV sono quelli che riguardano anche gli altri OTT: «C’è un problema strutturale del Paese, che riguarda sia chi deve produrre e trasmettere contenuti, sia chi deve riceverli. Il nostro territorio ha molte specificità, la velocità della connessione a internet, banalmente, è diversamente distribuita. Quindi si genera un equivoco: l’utente può reputare scadente un servizio che in realtà non lo è. Siamo davanti a un OTT dilemma».

Ma quanto è romantica una partita di calcio in streaming?

La tecnologia sembra essere il futuro, ma al momento l’utente incontra ancora un po’ di resistenza nel fidarsi completamente di questa tipologia di fruizione degli eventi live, soprattutto di quelli sportivi. Riccardo Cucchi – storico telecronista di Tutto il calcio minuto per minuto – sembra incarnare un po’ questo scetticismo: «Non ho alcun pregiudizio, sia chiaro, nei confronti della trasmissione in streaming delle partite di calcio – spiega ai microfoni di Giornalettismo -. Il mio, al momento, è un dubbio da abbonato: si può tentare una sperimentazione, come di fatto è quella che si sta tentando di fare, ai danni degli abbonati stessi? Al momento faccio fatica, ad esempio, a vedere con serenità le partite di calcio su Dazn. Perché non prevedere, contestualmente alla sperimentazione, un’alternativa a questo modo di fruire dell’evento sportivo in streaming?».

Riccardo Cucchi, che ci ha fatto innamorare di un calcio in fondo non così distante da quello di adesso ma raccontato sicuramente in un altro modo, è consapevole della direzione che sta prendendo il mondo degli OTT. Sicuramente si tratta di una direzione divergente rispetto a quella delle storie epiche dipinte dalla voce pennellata dei radiocronisti, sicuramente ci si confronta con un racconto più “sintetico” (attenzione, non relativo alla sintesi, ma relativo alla sua struttura): «È molto più democratica la radio. Il radiocronista non si censura. Oggi, un’invasione di campo non viene mostrata dalle telecamere. Il radiocronista, invece, racconta tutto ciò che vede, è un testimone fedele. Il mio timore è che un telespettatore non sia trattato allo stesso modo di un radioascoltatore».

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