AgCom spiega i suoi interventi nei confronti di Dazn

Il Presidente della Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha motivato i provvedimenti emessi la scorsa settimana nei confronti dell'emittente in streaming che detiene i diritti di trasmissione della Serie A

25/01/2022 di Enzo Boldi

È stato un lungo lavoro di analisi, iniziato ancor prima delle trasmissioni e arricchito con testimonianze dirette da parte del pubblico pagante e altre questioni che sono emerse in corso d’opera. Cinque mesi dopo il fischio d’inizio del campionato di calcio di Serie A – l’esclusiva fiore all’occhiello dell’emittente in streaming -, l’AgCom ha emesso i suoi provvedimenti nei confronti di Dazn. Si tratta di tre interventi che non riguardano solamente la tutela dei consumatori, ma anche le infrastrutture tecnologiche utilizzate e gli strumenti per rilevare gli ascolti.

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Perché fin dall’inizio erano queste le tre criticità emerse dal progetto Dazn. Dopo essersi assicurata la trasmissione esclusiva (attraverso la sua piattaforma online o l’applicazione per smart tv e similari), alcuni dei problemi tecnici già emersi nel corso delle stagioni precedenti si sono riproposti. Con un’aggravante: fino allo scorso anno gli abbonati erano in numero di gran lunga inferiore, mentre oggi – con l’esclusiva di 7 match su 10 per ogni singola giornata di Serie A (e 3 in co-esclusiva con Sky) – quel dato si è moltiplicato. E con questa crescita sono diventati palesi altri problemi, su una scala più ampia. Ovviamente l’azienda ha lavorato nel corso dei mesi e molte delle problematiche diffuse a inizio campionato sembrano essersi risolte, ma ancora oggi ci sono molti clienti-utenti che lamentano interruzioni del servizio e della trasmissione durante le dirette.

Dazn, l’AgCom motiva i tre provvedimenti presi nei confronti dell’emittente in streaming

Ed è questo il grimaldello che ha aperto il vaso di Pandora dei provvedimenti dell’AgCom. E oggi, intervistato da Il Sole 24 Ore, il Presidente dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, Giacomo Lasorella, ha voluto motivare i tre interventi decisi nei confronti di Dazn. Infrastrutture e rimborsi sono solamente la punta dell’iceberg delle problematiche emerse nel corso dei primi mesi di campionato e l’attenzione del Garante si è rivolta soprattutto sull’assenza di un riferimento per i clienti che si trovavano impossibilitati nell’effettuare segnalazioni di disservizio.

«Non c’è nessun intento punitivo. Il punto sta nel cercare di individuare quelle misure che inquadrino il rapporto fra Dazn e consumatori su un piano di correttezza, affidabilità e reciproca fiducia».

La tutela dei consumatori, il rapporto con gli utenti e le problematiche nelle infrastrutture sono tre elementi collegati tra di loro e hanno dato vita a due dei tre provvedimenti emessi da AgCom. Non a caso, infatti, oltre al customer service sono stati anche indicati i paletti per gli standard qualitativi di trasmissione che si snodano in cinque parametri: malfunzionamenti nell’accesso alla piattaforma (MAP) ed all’evento (MAE), risoluzione video (Rmin), numero di disconnessioni dall’evento, tempo di freezing totale (TFT). Questi sono, dunque, i fattori che potranno portare a eventuali richieste di risarcimento in caso di trasmissione non in linea con quanto promesso (e pagato dal consumatore).

Il capitolo ascolti

Se la questione customer service e standard di qualità rientrano nel novero dei primi due provvedimenti, AgCom ha detto la sua anche sulla rilevazione dei dati di ascolto. E lo ha fatto basandosi sull’humus creato dalla legge Melandri che prevede un introito – per le società che militano in Serie A (ma il discorso è esteso a tutti i diritti televisivi venduti per quel che riguarda il comparto Sport) – dell’8% della cifra totale d’acquisto basata sull’audience. Si tratta, dunque, di un equilibrio strategico su cui non ci si possono permettere imperfezioni e rilevazioni parziali. E l’Autorità ha sottolineato l’esigenza di trovare un Joint Industry Committee (Jic), «un organismo in cui siano presenti tutte le componenti del mercato», in grado di offrire lo specchio reale del numero di telespettatori collegati. Insomma, niente più rilevazione in home ma affidamento a un servizio esterno a Dazn in grado di monitorare l’audience.

«Al momento l’unico dato certificato è quello di Auditel. Al momento sia un dato parziale è vero, ma riteniamo copra dall’80 al 90% del consumo. Comunque, in questo momento è l’unico dato certificato. E non si può che fare riferimento al dato che più rispecchia il dettato normativo».

Tutto ciò apre le porte alle prossime partite che si sposteranno dal campo di Dazn per andare a fare visita ad altre emittenti che vivono di streaming: da Amazon Prime Video a Infinity+ di Mediaset. Ma ci si arriverà passo dopo passo. La precedenza è stata data all’emittente che ha acquistato (per tre anni) i diritti di trasmissione della Seria A in esclusiva proprio perché su questo accordo pende la legge Melandri (e il successivo decreto Lotti) che non trattano solamente la cessione dei diritti tv, ma anche gli introiti di società terze come le squadre di calcio.

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