La bufala dei richiedenti asilo che protestano perché vogliono Sky

Nella sua edizione di ieri, Il Giornale di Vicenza ha titolato così: «I richiedenti asilo vogliono avere Sky: scatta la protesta». Il riferimento è a un presunto episodio verificatosi al centro culturale San Paolo in via Carducci, gestito dalla cooperativa Cosep: i migranti qui ospitati si sarebbero rivolti direttamente alla questura per cercare di veder soddisfatta la propria richiesta, ma non sarebbero stati accontentati. La protesta si sarebbe svolta nel corso della giornata di lunedì 6 agosto.

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Bufala richiedenti asilo Sky, la notizia riportata sui giornali

Ovviamente, la notizia ha avuto un’ampia eco di risonanza nell’area, facendo scatenare anche qualche reazione indignata da parte dei lettori del Giornale di Vicenza, a causa dei futili motivi per i quali sarebbe stata portata avanti questa protesta. Nei commenti all’articolo, vengono riportati alcuni slogan tipicamente salviniani come «la pacchia è finita», vengono fatti paragoni azzardati con il «Venezuela comunista» di Maduro e si riportano luoghi comuni triti e ritriti sui migranti ospitati nei centri di accoglienza.

Nessuno però ha cercato di approfondire la vicenda, tra l’altro spiegata in poche righe. A sollevare il velo sulla storia, però, ci ha pensato il giornalista Fabio Butera, collaboratore di Repubblica, che su Facebook ha illustrato nei dettagli la sua operazione di fact checking per svelare ai suoi conterranei vicentini che quella notizia riportata dal quotidiano altro non era che una fake news.

Bufala richiedenti asilo Sky, la verifica di Fabio Butera

Come il buon giornalismo dovrebbe fare, Fabio Butera è partito dagli elementi conosciuti. Cioè, ha consultato la Questura di Vicenza (dove si sarebbe svolta la presunta protesta ). Da qui, è stato messo in collegamento con la Prefettura di Vicenza che ha illustrato i fatti: «La Prefettura di Vicenza – ha scritto Fabio Butera – mi ha detto che le richieste rappresentate dai richiedenti asilo tramite la Cooperativa sono relative alle iscrizioni anagrafiche, ovvero ai certificati di residenza. E che a loro non risulta nessuna richiesta in merito ad abbonamento Sky: ‘Lo abbiamo letto sul giornale anche noi’ dice il vicecapogabinetto che si è occupato della questione». 

Come ultimo passaggio, infine, Fabio Butera ha voluto sentire la versione del giornalista che per primo aveva riportato la storia. La risposta è stata riportata dallo stesso Butera su Facebook: «Mi ha detto – scrive nel post – di avere una sua fonte che non può rivelare. Alla domanda se si fosse premurato di sentire anche i protagonisti della vicenda (i richiedenti asilo) mi ha detto che non c’è stato tempo». In un periodo di confusione come quello che stiamo attraversando, l’informazione – specialmente su fatti così sensibili – dovrebbe cercare di essere equilibrata e prevedere di dare una voce a tutti gli attori coinvolti nella vicenda.

Bufala richiedenti asilo Sky, l’ulteriore passaggio di David Puente

Nel corso della giornata, il debunker David Puente ha ulteriormente verificato la notizia, sottolineando anche il comportamento dei giornali che avevano lanciato la falsa informazione. L’articolo, infatti, era stato ripreso anche dal Corriere del Veneto che, in seguito al sollevarsi del polverone, ha pensato bene di modificare il titolo, sfumando la posizione iniziale e passando da «Vogliamo Sky e l’aria condizionata» a «Carta d’identità, aria condizionata: la protesta dei migranti a Vicenza». Ovviamente, si tratta di una retromarcia solo parziale. Sarebbe stato opportuno, in questo caso, un comportamento più rispettoso per gli stessi lettori, come non ha mancato di ricordare lo stesso David Puente.

FOTO: Il logo di Sky. Photo: Tobias Hase/dpa

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