Per Briatore in Italia «servirebbe una bella Troika» invece di un «governo anti imprenditore»

«Abbiamo un Governo anti imprenditore, anti agevolazioni per i lavoratori, anti Turismo». Questa è l’opinione di Flavio Briatore che, senza mezzi termini, attacca l’esecutivo. Anche sui ministri non ci va leggero, definendoli coloro che «stanno trasformando l’Italia nel Paese delle piccole elemosine». L’accusa più grande che muove è quella di creare confusione: «Hanno destabilizzato un Paese e le grandi città sono vuote. Chi ha locali come me non ha regole certe, non sa quando riaprire, e se mette la musica arrivano i vigili».

Il governo «si è dimenticato dei giovani»

I giovani e il loro divertimento sono stati dimenticati o, comunque, non adeguatamente considerati. «Non sappiamo ancora se si può fare musica, se si può ballare. Assistiamo al controsenso che magari si va al locale in macchina in quattro o in sei e poi lì si deve stare a due metri di distanza l’uno dall’altro: è tutto un casino». E il governo è «di un’arroganza e di un’ignoranza top» poiché i membri «fanno tutto senza pensare alle conseguenze» e «non vogliono ascoltare chi è del mestiere e che potrebbe spiegargli le cose». Sui giovani Briatore afferma che è come se non esistessero per il governo: «Perché non hanno fatto una riunione con venti o trenta giovani? In ogni caso, se a un giovane non dai la possibilità di divertirsi, lui la trova, ad esempio facendo le feste con dj a casa. Si sarebbero dovute aprire le discoteche con meno capienza, altrimenti i ragazzi si vanno a ubriacare nelle spiagge, senza alcun controllo».

L’incertezza per gli imprenditori secondo Briatore

Flavio Briatore sottolinea come «non ci sono certezze, ancora oggi non sappiamo cosa succede in Sardegna, se possiamo aprire, per cui il grosso problema che ha l’imprenditore è questo». Secondo il magnate il governo non capisce «che se devi aprire un posto hai bisogno di case per i dipendenti, di fargli i contratti, di tutelare quelli che hanno un posto di lavoro. Io ho molti locali in Sardegna e ancora non so cosa devo fare». Accusa anche il governo di «allungare  le misure fino al 31 luglio del 2030, così rimangono al governo a oltranza. Intanto le città sono vuote, i ristoranti incassano anche il 60 per cento in meno, con gli affitti però ai livelli di prima».

Una Toika per avere al comando gente che sa gestire la situazione

 

 

Il paragone con l’estero è impietoso: «Noi abbiamo riaperto tutti i locali e abbiamo avuto aiuti dai Governi se li chiedevamo. In Inghilterra, a Montecarlo come in altre Nazioni, sai esattamente cosa puoi e non puoi fare. In Italia non sai mai cosa è nero, cosa è bianco e cosa è rosa. Servirebbe una bella Troika» così «almeno ci sarebbe gente che è capace e che sa gestire delle situazioni».

 

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