Brexit: Tusk sembra sostenere un secondo referendum, Corbyn non si sa
26/04/2019 di Gaia Mellone
Il Regno Unito lascerà o non lascerà l’Unione Europea? è la domanda del secolo. Dopo diversi tira e molla, bracci di ferro, ammissioni di colpa e e compromessi, la prossima deadline è fissata per ottobre. L’UE ha preferito dare più tempo al parlamento britannico (che chiedeva un rinvio di pochi mesi) per darlo in realtà ai cittadini della Regina, sperando che arrivino ad una decisione finale. Una posizione che sembrerebbe suggerire un eventuale supporto ad un secondo referendum, più volte paventato da Jeremy Corbyn. Almeno secondo le dichiarazioni di Donald Tusk. Peccato che il leader dell’opposizione nel frattempo abbia deciso di dimenticarsene.
Brexit: Donald Tusk sembra sostenere un secondo referendum dicendo di aver bisogno di «sognatori»
Donald Tusk ha incontrato i giornalisti in una conferenza congiunta con Guy Verhofstadt, rappresentante del Parlamento Ue nei negoziati sulla Brexit. Tusk ha dichiarato che uno die leader europei lo aveva avvertito la settimana precedente di «non essere un sognatore» e che «non dovremmo pensare che la Brexit possa essere ribaltata». Eppure Tusk ha aggiunto: «Abbiamo bisogno di sognatori e di sogni, non possiamo arrenderci al fatalismo. Almeno, mio non smetterò di sognare un’Europa migliore e più unita». Non solo, Tusk ha anche parlato del rinvio ad ottobre come di un occasione per i britannici di «ripensare» in maniera più attenta. Una frase che sembrerebbe essere un supporto all’ipotesi di un secondo referendum, ribadito adito anche in uno scambio con Guy Verhofstadt, il quale aveva dichiarato di essere «contrario alla Brexit» ma aggiungendo che «non si tratta di una nostra decisione. È stata una decisione dei cittadini del Regno Unito». Tusk aveva quindi incalzato rispondendo «dai a quei testardi degli inglesi una seconda possibilità» ma il rappresentate UE non ha lasciato molte speranze, rispondendogli «lascia perdere Donald, non valgono la pena».
Intanto Jeremy Corbyn ha smesso di parlare di un secondo referendum
Nel frattempo però, al di là della manica, l’ipotesi del secondo referendum sembra essere scemata. È stato un forte grido di battaglia dell’opposizione capitanata da Jeremy Corbyn per mesi, fino ad essere quasi formalmente stata messa nero su bianco. Quasi però. Infatti ora che i politici inglesi si trovano a dover fare una campagna elettorale a tempi record per partecipare alle elezioni di maggio contro ogni loro aspettativa, l’ipotesi del secondo referendum è sparita dalla comunicazione laburista.
Un’omissione che ha sollevato lo sdegno dei supporter di Corbyn (ma non solo). La bozza del volantino per la campagna europea inviato ai deputati laburisti giovedì e giunto anche all’HuffPost Uk infatti, non menziona affatto un secondo referendum. Si legge infatti che il partito intende trovare «un migliore accordo con l’Europa» in modo che al Regno Unito sia assicurato di avere «voce in capitolo sulle trattative commerciali», ma sulla consultazione popolare, nulla. Seco do quanto riportato dall’HuffPost Uk che cita fonti interne al partito Labour, il volantino sarebbe stato realizzato senza consultare praticamente nessuno. la reazione però sembrerebbe la medesima per tutti: questo volantino non rispecchia le posizioni del partito. Un deputato in particolare avrebbe dichiarato al giornale che «c’è un piccolo numero di persone non elette nel partito laburista che sta facendo tutto il possibile per sovvertire la nostra politica di sostenere un voto pubblico su qualsiasi accordo di Brexit e stanno cercando di far rimbalzare il partito in una posizione precisa prima che il gabinetto ombra e il NEC [ National Executive Committee] abbiano la possibilità di votare il manifesto martedì». Ha anche aggiunto che «nessun deputato o deputato al Parlamento con cui ho parlato sarebbe pronto a fare campagne sulla base di questo opuscolo. Non parla nemmeno l’Europa e sembra che sia pro-Brexit». Anche perché il secondo referendum sarà uno dei punti chiave della campagna di molti partiti e candidati. Forse Jeremy Corbyn ha cambiato idea, forse i colloqui con Theresa May hanno scombinato le carte sul tavolo o forse, come ha dichiarato un portavoce Labour, questo è solo un volantino generico del partito, poi i candidati saranno più specifici.
(Credits immagine di copertina: Donald Tusk © Xinhua via ZUMA Wire, Jeremy Corbyn © Ray Tang via ZUMA Press)