Anche in Italia c’è un grave problema con il deepnude

Alcuni fatti di "cronaca" sono stati attribuiti all'utilizzo della chatbot su Telegram chiamata Bikinioff

23/04/2023 di Redazione Giornalettismo

Il fenomeno dei deepnude non è nuovo all’interno dell’ecosistema Internet e rappresenta uno dei lati più oscuri del deepfake. E oggi se ne parla approfonditamente anche in Italia, per colpa di BikiniOff, uno strumento basato sull’intelligenza artificiale in grado di “svestire” le persone partendo da una fotografia. È stata impropriamente etichettata come “app”, ma si tratta di un bot su Telegram. E proprio all’interno dell’applicazione di messaggistica istantanea moltissimi giovani (e non solo) hanno generato e condiviso immagini di nudo di conoscenti.

BikiniOff, la chatbot su Telegram che spoglia le persone

La stampa italiana, sbagliando, ha attribuito un fatto di cronaca datato agosto 2022 (conclusosi con l’archiviazione del caso da parte del gip) all’utilizzo di BikiniOff, ma questo bot è nato “solamente” nel febbraio di quest’anno. Sta di fatto che, al di fuori di ogni regola (anche per quel che riguarda l’age verification) il web è pieno di software e applicazioni che hanno le stesse caratteristiche. Un fenomeno che, come evidenziato da Fondazione Carolina, sembra non conoscere confini e che danneggia sia le vittime che chi utilizza ciò.

Ma è possibile porre un freno al Deepnude? Nel corso della precedente legislatura, l’allora deputata Sabrina De Carlo aveva presentato (come prima firmataria) una proposta di legge per inserire l’articolo 612-quater all’interno del codice penale, che avrebbe previsto sanzioni e detenzione nei confronti di chi invia, cede e pubblica “immagini manipolate di nudo appartenenti a persone fisiche riconoscibili”. Ma l’iter parlamentare si fermò. Ora siamo in attesa che questa proposta torni condire le tavole del dibattito politico e legislativo.

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