Bella, mora e dice sempre sì (al giudice)

30/09/2010 di Dario Ferri

IL MONSIGNORE E IL BANCHIERE – Renatino spende e spande, va in giro con un’Excalibur, che voleva sembrare nella sua testa l’automobile di Zio Paperone. Tanto per inquadrare il tipo. E Sabrina? Sabrina dice che nel giugno del 1981 ha già conosciuto Roberto Calvi, una sera, a casa di Flavio Carboni. Lo racconta nel libro Segreto Criminale, e il giorno dopo lui si presenta sotto casa sua, con la limousine dal terzo scompartimento, dove lei sale in vestaglia. Che spettacolo. “Lui mi ha regalato anche una villa a Montecarlo. Gli serviva una prestanome, sia chiaro, ma poi la villa è rimasta a me, per questo me l’ha regalata. E mi ha prestato l’aereo per portare mamma a Parigi dove faceva chemioterapia. E poi mi riempiva di gioielli e cose così, ma è durata poco, perché a distanza di qualche mese, nemmeno un anno, è morto”, dice Sabrina. Sotto il ponte dei Frati Neri a Londra. Mentre lei, sempre secondo quanto racconta, frequentava anche Monsignor Marcinkus: “Certo che l’ho conosciuto… non so che cosa gli avessero detto, se gli avevano detto o meno che ero una tipa allegra e carina con chi era generoso, insomma, ma lui voleva stare con me…e io ci sono stata. Però evidentemente Flavio gli aveva parlato di me, gli avrà forse detto che ero di facile reputazione, perché lui, il pretaccio, fu molto diretto. Non usò preamboli”. E via con il racconto dei favori, come far entrare un cugino a lavorare al Vaticano, e con i soldi che Renatino faceva portare tramite lei in una borsa Louis Vuitton, che Sabrina teneva per sé.

E PURE I CARDINALI – Tutte storie che Sabrina non ha raccontato al processo per l’omicidio Calvi, perché il giudice ha ritenuto di non doverla ascoltare. Parla anche del segretario di Stato vaticano Agostino Casaroli, e il cardinale Ugo Poletti. Il quale, si sa, conosceva De Pedis: lo aveva visto “ragazzino”, mentre faceva il suo servizio dei sabati ai carcerati, anche i più giovani. Tra la mejo gioventù di Roma c’era ovviamente anche Renatino, che con Poletti strinse una conoscenza, non un’amicizia visto quanto dovevano essere diversi i due, per ruoli, lavori e funzione. Ma dal vescovo vicario di Roma arrivò anche la famosa autorizzazione al seppellimento a Sant’Apollinare, che ancora oggi fa tanto scandalo e ha messo in difficoltà il Vaticano per la richiesta di riesumazione del corpo arrivata dalla procura di Roma che sta indagando sul caso di Emanuela Orlandi. Secondo Carla, la vedova di Renatino, che lui sposò negli anni Ottanta mentre frequentava ancora la Minardi, era lei ad avere un rapporto particolare con la chiesa e il suo parroco, e lei ha perorato la causa del seppellimento in loco. De’ Pedis, in vita, aveva comunque donato milioni su milioni alla Chiesa per le opere pie, proprio grazie all’interessamento di Carla. Secondo Margherita Gerunda, il giudice istruttore che per primo si occupò del caso Orlandi, De’ Pedis invece era figlio segreto di un nobile la cui famiglia era seppellita nella cappella, e per questo ci teneva tanto ad essere seppellito lì, tanto da lavorarsi monsignor Pietro Vergari fino alla “raccomandazione” nei confronti di Poletti.

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