Se Big Tech pagasse per migliorare la connettività?
L'ipotesi arriva da una proposta di alcune aziende private del settore telco. Ma, per il momento, non sembra che si voglia andare in quella direzione
11/06/2023 di Redazione Giornalettismo
Ci sono diverse scuole di pensiero e di approccio. C’è chi, come alcune aziende telco, vorrebbe un impegno economico da parte delle aziende Big Tech sotto forma di investimento per implementare e aumentare la copertura delle infrastrutture. C’è chi, invece, sostiene che questa ipotesi potrebbe portare a un aumento delle tariffe a causa dell’intromissioni di queste grandi società. In attesa di capire se si andrà in quella direzione, l’Italia continua a fare i conti con gravi carenze dal punto di vista della banda larga e del 5G.
Banda Larga, se Big Tech pagasse per la connettività
OpenFiber, come noto, si è aggiudicata i tre bandi – avviati con il Piano Bul, sotto il governo Renzi, nel 2015 – per procedere con i lavori per la realizzazione della cosiddetta banda ultra larga. Ma tutto va a rilento e, nonostante una deroga, i lavori non si concluderanno entro la data di scadenza prevista per il 2023. E il nostro Paese, nonostante una dichiarata copertura 5G quasi totale, rischia di rimanere al palo. Nonostante gli investimenti nazionali ed europei.
La mappa messa a disposizione da AgCom, infatti, mostra uno stato di arretratezza nelle infrastrutture. Problemi che poi si ripercuotono sull’accessibilità alla rete internet, non solo nelle cosiddette aree rurali. Ci sono, infatti, anche delle zone nelle grandi città in cui ci sono dei veri e propri buchi neri di connessione. Il tutto mentre si parla spesso di cloud e digitalizzazione. Senza la rete, però, tutto questo rimarrà uno dei tanti obiettivi non raggiunti.
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