In Italia 8 bambini su 10, tra i 3 e i 5 anni, sanno usare lo smartphone

L'utilizzo dello smartphone da parte dei bambini piccoli è un fenomeno che riguarda sempre più individui non solo in Italia e la soluzione è una sola: porre limiti precisi

25/10/2023 di Ilaria Roncone

Vediamo maggiormente nel dettaglio – facendo riferimento ai dati più recenti disponibili – i numeri che indicano quanto tempo i bambini passano utilizzando smartphone, tablet e schermi digitali in generale (con conseguente rimprovero corale da parte dei pediatri). I dati sono impietosi: i bambini più iper-connessi di tutti sono quelli statunitensi, dove ben il 92% dei più piccoli comincia ad avere contatti con i dispositivi digitali nel primo anno di vita. A due anni, in Usa, molto li utilizzano in maniera quotidiana. Passando all’Italia, volendo approfondire la questione bambini e smartphone, il quadro non risulta essere poi tanto diverso. Sono 8 su 10 i bambini che, tra 3 e 5 anni, sanno usare lo smartphone de genitori. E i genitori? Il 30% lo utilizza per distrarli o calmarli a partire dal primo anno di vita, il 70% inizia a farlo dal secondo anno di vita.

La condanna da parte dei pediatri è unanime, in sostanza, e occorre capire perché molti genitori si trovano nelle condizioni di volerlo o doverlo fare per approfondire una problematica cui deve essere senz’altro trovata una soluzione (fosse anche solo la maggiore consapevolezza, da parte dei genitori, dei potenziali danni a livello emotivo, psicologico e sociale che potrebbero fare al loro bambino).

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Bambini e smartphone, la soluzione è porre dei limiti

Parlando con Ansa, il presidente della Società italiana di pediatria Alberto Villani ha sottolineato quanto sia sbagliato piazzare i bambini davanti ai dispositivi in maniera indiscriminata, senza porre delle regole e dei limiti ben precisi anche per quanto riguarda – per esempio – il tempo impiegato davanti ai videogiochi.

Sip – la Società italiana di pediatria, appunto – ha emanato una serie di linee guida che puntano a chiarire come si dovrebbe procedere in questo ambito. Partiamo dal presupposto «che l’uso di smartphone e Internet non va demonizzato, ma porre dei limiti all’utilizzo è fondamentale». In Italia, in particolare, sono stati registrati picchi di utilizzo di questi dispositivi fa parte dei bambini che possono toccare le 8-10 ore quotidiane.

A cosa può condurre tutto questo? « Un eccessivo tempo di ‘connessione’ – ha affermato Villani – può causare svariati danni, dai problemi del comportamento e apprendimento ad una riduzione della sfera immaginativa del bambino; ma vari sono anche i danni fisici, con il rischio di problemi alla vista, all’udito, al ritmo del sonno, fino all’eccesso di sedentarietà collegato all’obesità».

La mancata consapevolezza dei genitori

Il professore ci ha tenuto a far presente una questione rilevante: «I genitori spesso non sono consapevoli dei rischi per la salute psicofisica di un utilizzo precoce dei dispositivi digitali: se ne parla ancora troppo poco e solo il 29% dei genitori chiede consiglio ai pediatri». Il Sip, in un documento ufficiale sull’uso dei device tecnologici tra gli 0 3 gli 8 anni, sottolinea una serie di raccomandazioni precise che dovrebbero fare da guida a coloro che stanno crescendo un bambino quando si tratta di stabilire delle regole.

Niente smartphone e tablet prima dei due anni né durante i pasti. Stesso discorso, inoltre, prima di coricarsi. Nei bambini in fascia d’età 2-5 anni devono intrattenersi davanti a uno schermo per massimo 1 ora al giorno, intervallo di tempo che aumenta tra i 5 e gli 8 anni ma che comunque non deve superare le 2 ore. Sconsigliato l’utilizzo di telefono e device digitali per calmare o distrarre i bambini. Cosa è auspicabile fare? «Utilizzare applicazioni di qualità insieme ai genitori», ha spiegato Villano.

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