Aurora Ramazzotti e Michelle Hunziker vogliono battere i pregiudizi sui figli d’arte nella trasmissione «Vuoi scommettere»

04/05/2018 di Redazione

Michelle Hunziker e sua figlia Aurora Ramazzotti conduranno assieme la nuova tramissione di Canale 5 «Vuoi scommettere», trasmesso per cinque puntate a partire dal 17 maggio.

Aurora Ramazzotti e Michelle Hunziker vogliono battere i pregiudizi sui figli d’arte nella trasmissione «Vuoi scommettere»

La conduttrice TV e la sua prima figlia avuta dal matrimonio con Eros Ramozzotti condurranno per la prima volta assieme un programma. Aurora Ramazzotti aveva già lavorato per Sky presentanto il programma quotidiano di X Factor, ma è la prima volta che la giovane influencer ottiene una prima serata così importante. Michelle Hunziker e sua figlia hanno spiegato di voler superare i pregiudizi che riguardano i figli d’arte con «Vuoi scommettere», come riportato da diversi organi di informazione dopo la conferenza stampa della nuova trasmissione di Canale 5.

 

 

«I pregiudizi sui figli d’arte ci sono e sono molti. Si pensa che l’accesso a certi mondi sia più semplice ed è la verità. Ma è altrettanto vero che per fare bene qualcosa devi dimostrare di essere capace» e tutti assicurano che lei lo è stata davvero, in quei collegamenti in cui la voce arriva dopo «e mia mamma va fuori copione, mandandomi in palla… diciamo che ho cercato ogni volta di non perdere il ritmo», ha detto Aurora Ramazzotti.

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Sua madre Michelle Hunziker ha ribadito di aver provato a trattare la figlia da collega, e non da mamma.

Aurora Ramazzotti
Michelle Hunziker (S) e la figlia Aurora Ramazzotti posano per i fotografi in occasione del photocall organizzato a margine della presentazione alla stampa del programma di Canale 5 “Vuoi scommettere?” in onda in prima serata da lunedi’ 7 maggio, Milano, 3 maggio 2018. ANSA / MATTEO BAZZI

«Penso di esserci riuscita e devo dire che lavorare con lei per me è un sogno che si realizza. Quando mi hanno detto cosa ne pensavo di fare questa cosa assieme a lei sono stata un minuto in silenzio: ero felicissima. E’ la mia scommessa vinta in partenza e spero tanto di capovolgere i cliché sui figli d’arte, per i quali spesso è molto difficile dimostrare quello che valgono. Invece, l’arte, il più delle volte, loro ce l’hanno nel Dna è una questione genetica», spiega al Corriere della Sera.

 

 

 

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