L’ex presidente e vicepresidente della Banca popolare di Bari sono stati arrestati

31/01/2020 di Redazione

Ci sarebbe stato anche un trasferimento di 5 milioni di euro da un conto a un altro. Gli inquirenti hanno appurato che Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio, rispettivamente ex presidente e vicepresidente della Banca Popolare di Bari, riuscivano a gestire ancora le operazioni dell’istituto di credito, nonostante avessero perso formalmente ogni loro carica.

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Arresti popolare di Bari, ai domiciliari ex presidente e vicepresidente

Le accuse a carico dei due ex vertici della banca, così come di altre persone che avevano ricoperto mansioni amministrative all’interno dell’istituto, sono di falso in bilancio e ostacolo alla vigilanza, per le false comunicazioni inviate alla Consob e alla Banca d’Italia. Il testimone chiave della vicenda è Luca Sabetta, ex chief risk officer, whistleblower dell’indagine: era stato lui che, dopo aver subito alcune pressioni mentre rivestiva l’incarico all’interno della banca, ha collaborato con la procura di Bari, che ha raggiunto questa mattina gli indagati sottoponendoli a misura cautelare.

Il tassello decisivo per gli arresti popolare di Bari

I fatti contestati, oltre ad altre presunte irregolarità registrate tra il 2014 e il 2018, riguardano anche gli ultimi sei mesi: dall’estate 2019, infatti, la Banca era passata sotto la direzione di Vincenzo De Bustis (anche lui è stato raggiunto da alcune misure interdittive), ma stando a quanto rilevato dalla procura, i due Jacobini continuavano a esercitare la loro influenza sulle principali decisioni che la Banca stava prendendo dopo la gestione commissariale decisa dall’allora governo giallo-verde guidato sempre da Giuseppe Conte.

Tra queste decisioni, ci sarebbero anche quelle che hanno portato la Banca a prendere delle strade molto lontane rispetto a quelle che erano state indicate come best pratics per salvare la banca. A incastrare i due ex vertici della Popolare, come si diceva, quel trasferimento di conto avvenuto poco prima di Natale. Lo scacco matto che ha potuto mettere a segno la Procura.

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