L’Italia non è un Paese per le firme digitali

Anche in occasione delle Europee 2024, questo sistema non è stato approvato per le liste elettorali

11/05/2024 di Redazione Giornalettismo

Anno 2024. Non siamo ancora nell’era della automobili che volano, ma sono stati fatti grandi passi avanti per quel che riguarda la digitalizzazione di molti aspetti della nostra vita quotidiana. Nuove tecnologie e nuovi strumenti che hanno, in parte, semplificato alcune azioni. L’Italia, però, sembra non essere ancora al passo con questa evoluzione. Ha gli strumenti, ma l’uso è molto limitato. Basti pensare a cosa non si può fare con la firma digitale. Viste le imminenti elezioni Europee 2024, il tema è tornato di stretta attualità visto che non è stato permesso – ancora una volta – di effettuare raccolte firme digitali per consentire ai cittadini di firmare per una lista elettorale.

Firma digitale non utilizzabile per le liste elettorali

Sono molti i partiti e movimenti che – e non solo per mancanza di “numeri” – sono stati esclusi da alcune Circoscrizioni. Il caso più emblematico riguarda “Pace Terra Dignità” di Michele Santoro che era stato escluso dalla corsa nella Circoscrizione Nord-Ovest (Piemonte, Liguria, Lombardia e Valle d’Aosta), rendendo un miraggio il superamento della soglia di sbarramento (4% a livello nazionale che sale al 5,6% qualora dovesse essere confermata l’esclusione). Colpa di alcuni timbri mancanti sui moduli utilizzati per raccogliere le firme. Poi, però, giovedì sera è arrivata la riammissione dopo aver vinto il ricorso al Tar. Sta di fatto che oggi, nel 2024, appare evidente che problemi burocratici come questo dovrebbero esser superati utilizzando strumenti come la firma digitale (o piattaforme con accesso tramite Spid o CIE) anche per quel che riguarda l’accesso alla guida democratica.

Una digitalizzazione mancata, che rappresenta una vera e propria barriera architettonica posta davanti all’accesso alla forma più emblematica della democrazia: il voto. Ci sono molte persone che, in Italia, non hanno la possibilità (per malattia, per esempio) di apporre una firma autografa. Di fatto, senza firma digitale sono tagliate fuori da quella politica che, per definizione, dovrebbe sempre partire dal basso. La Consulta dovrà decidere se e come intervenire, perché si tratta di una violazione dei più basilari principi Costituzionali.

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