Le accuse dell’ambasciatore russo a La Stampa sono state archiviate: «Quirico non auspicò la morte di Putin»

Era stata convocata una conferenza stampa show davanti a Piazzale Clodio per annunciare la querela che era stata presentata

09/06/2022 di Redazione

Era il 25 marzo. Sergey Razov, ambasciatore russo a Roma, aveva convocato una conferenza stampa dalla grandissima risonanza davanti ai cancelli di Piazzale Clodio. Il tutto per annunciare la querela presentata nei confronti di Domenico Quirico e del direttore de La Stampa Massimo Giannini per l’articolo, pubblicato qualche giorno prima, dal titolo Se uccidere il tiranno è l’unica via d’uscita. L’ambasciatore sosteneva che, all’interno del pezzo, il noto inviato di guerra Domenico Quirico stesse promuovendo l’assassinio di Vladimir Putin come unica possibilità per risolvere il conflitto in Ucraina. Una ipotesi, tuttavia, che era stata smentita dallo stesso autore dell’articolo e dal direttore de La Stampa, che avevano invitato – congiuntamente – l’ambasciatore russo ad avvalersi di una migliore traduzione dell’articolo stesso.

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Archiviata querela Razov contro La Stampa: nessuno aveva auspicato l’uccisione di Putin

Oggi, arriva la notizia dell’archiviazione della querela: Giorgia De Palma, giudice per le indagini preliminari di Torino, accogliendo la richiesta del pubblico ministero, ha deciso di non procedere oltre. Le motivazioni sono quelle indicate, esattamente, da Quirico e Giannini nei giorni in cui l’ambasciatore russo Razov stava presentando la sua querela. Nulla da fare, dunque. L’articolo non sosteneva, infatti, la necessità di uccidere Putin, ma commentava alcune indiscrezioni circolate in quei giorni e valutava i diversi scenari per far concludere la guerra. Nell’articolo, si sosteneva che uccidere Putin, alla fine, non conveniva a nessuno e lo stesso Quirico sosteneva l’impossibilità di questa soluzione.

Dunque, la vicenda si conclude in questo modo, con l’archiviazione della querela e il conseguente tentativo andato a vuoto, da parte dell’ambasciata russa in Italia, di contrastare attraverso il ricorso al penale, la circolazione di informazioni non gradite a Mosca.

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