L’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov contro la stampa italiana: ma rientra nella diplomazia?

L’incontro alla Farnesina non ha tranquillizzato l’animo dell’ambasciatore che torna a scagliarsi contro i giornali italiani

08/06/2022 di Clarissa Cancelli

L’ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, si schiera ancora una volta contro la stampa italiana. Dopo le sue accuse sulla “moralità dei politici” e sulla “russofobia dei media”, il segretario generale del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, l’ambasciatore Ettore Francesco Sequi, ha deciso di convocare Razov alla Farnesina, su istruzione del ministro Luigi Di Maio e di concerto con Palazzo Chigi. L’incontro non ha però tranquillizzato l’animo dell’ambasciatore che torna a scagliarsi contro i giornali italiani.

Le accuse di Sergey Razov alla stampa italiana

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«L’interpretazione del contenuto della riunione riservata difficilmente può essere considerata altrimenti che, come minimo, ingiusta e parziale» e «non può che disorientare i lettori, gettare un’ombra aggiuntiva sulla Russia e sull’ambasciata». In un comunicato postato su Facebook Razov ha poi dichiarato: «Abbiamo preso attenta visione dell’interpretazione da parte di alcuni media italiani del contenuto dell’incontro al Ministero degli Esteri italiano tra l’ambasciatore Razov e il Segretario generale Ettore Sequi. Le informazioni ufficiali sono state pubblicate sui siti web della Farnesina e dell’Ambasciata. Tuttavia, oggi abbiamo letto con sorpresa su Repubblica, Corriere della Sera, Foglio e altre testate che mettono in dubbio le rassicurazioni che “non hanno bisogno di lezioni di giornalismo”».

Rientra nella diplomazia?

Una linea dura che ha fatto alterare, e non poco, i sostenitori dell’art.21 della Costituzione italiana. Italiana, per l’appunto. La vera questione è infatti se sia giusto o meno che un ambasciatore di un altro Paese possa scagliarsi contro la libertà di manifestare il proprio pensiero «con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione», riconosciuta agli organi di stampa. Definire esattamente cosa debba fare o non fare un ambasciatore non è facile. Molto dipende dalla variabilità del lavoro diplomatico, che cambia soprattutto a seconda del Paese in cui l’ambasciatore si trova a operare. I toni dell’ambasciatore russo non rientrano forse nei canoni della diplomazia. Quello che è certo è che ben si allineano alla nuova linea di Mosca. Basti pensare alle parole usate su Telgram dal vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ed ex presidente della Federazione Dmitry Medvedev per definire chi è contro il suo Paese: «Sono bastardi e imbranati. Vogliono la nostra morte, quella della Russia. E finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire».

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