Breve corso di miseducazione sessuale

L’estate si avvicina e i ggiovani d’oggi fanno all’amore. Ma quanto sono veramente consapevoli di ciò che vanno facendo? Da oggi Giornalettismo, in comodo formato Focus Extra da leggere con l’iPad sulla battigia, vi insegna i trucchi dell’amore e della promiscuità sessuale. Per non dover più dire, da oggi in poi, sudo ma godo.

Cominciamo dalla contraccezione, e cerchiamo per una volta di essere originali. Non vi spiegherò come mettere il preservativo, perché lo sanno anche i muri che il preservativo va messo nel portafoglio, in modo tale che quando pagate il conto (sì, dovete pagare il conto) la vostra ospite capisca chiaramente quanto gli è appena costata la cena (si chiama consenso informato, I suppose). Dovete quindi metterlo nel portafogli e non tirarlo giammai fuori di lì. Lei a un certo punto della serata vi dirà, con un’espressione finto-stupita: “Ma… e il preservativo? : o”. Ricordate che è una specie di formula di cortesia, come i saluti nell’ascensore: lo deve dire, ma non crede veramente in quello che dice, né che lo metterete, né peraltro che avete la gonorrea fulminante o i condilomi dai denti da sciabola. Il punto è che se accetta di farsi infilare un cilindro di carne ricoperto di caucciù nella vagina, è probabilmente talmente fuori di testa da farsi infilare qualsiasi cosa.

MODI –E voi le spiegherete, quieti come dei piccoli fonzie, che da piccoli siete cascati in un pentolone di preservativi e quindi ora siete immunizzati. È probabile che vi guardi per un attimo con uno sguardo vacuo ed è proprio lì che dovete iniziare a stantuffare come dannati per mischiarle i neuroni in tavola e sparigliarle la memoria a breve termine. Ma se invece ci tenete davvero a tutti i costi a fare le cose a modino, se volete avere la coscienza a posto e non condividere con lei il vostro acido desossiribonucleico, allora ci sono dei simpatici metodi anticoncezionali, per prevenire anche solo il concetto di un indesiderato erede al trono. Il primo in ordine di importanza, di efficacia e di efficienza comprovata è certamente il coito interrotto, che potete utilizzare anche se siete di sesso opposto. Ai tempi di Giulio Cesare, infatti, “i medici consigliavano alle prostitute, sempre molto interessate ai problemi dell’anticoncezione, di tirarsi indietro col corpo e trattenere il respiro appena intuivano che l’uomo stava per eiaculare: per poi alzarsi immediatamente, accovacciarsi, starnutire e tossire molte volte di seguito” (S. Flamigni, Il libro della procreazione, p. 243). Non è chiaro, tuttavia, se per consigli del genere si facessero pagare, né quanti figli pro capite, o pro sternuto, avesse all’epoca una meretrice. Se il coito interrotto vi sa di desueto, dovreste provare il coito sassone, in voga fin dal 1400, “per il quale si dovrebbe applicare una forte pressione digitale alla base del pene, sull’uretra, in modo da impedire la fuoriuscita del seme (che dovrebbe così refluire in vescica)”. Se non sapete dove sia l’uretra, potete provare ad applicare una forte pressione digitale (in codice binario) sulla parte terminale dell’uretra, ovvero il meato urinario, insomma il buco del cazzo, diocristo. Per farlo, tuttavia, è possibile che dobbiate infilare entrambe le mani e parte del gomito in vagina e la vostra partner potrebbe non gradire (oppure sì, ma in entrambi i casi avreste un problema).

ANCORA – Un altro metodo che sbalordisce al solito grandi e piccini è il coitus riservatus che consiste nella “possibilità di controllare il coito protraendolo anche per tempi lunghi, ma senza eiaculare“. Io l’ho utilizzato per molti anni (per molti anni di seguito intendo) e lo trovo ottimo se avete finito le sigarette e non avete niente da accendere dopo l’amplesso. Tale Alice Stockan (cognomen omen), ha sostenuto che il coitus riservatus porta alla “rinuncia dell’antico concetto di dominazione dell’uomo sulla donna” per sostituirlo a quello, certamente più simpatico, di frappé prostatico al gusto albicocca. Un pregiudizio diffuso è quello secondo il quale il coito interrotto sarebbe foriero di gravidanze e sventure in quanto le secrezioni pre-eiaculatorie conterrebbero – ahiloro – i temibili spermatozoi. È in realtà vero il contrario ma dal momento che siete delle bestie e non siete capaci di controllare i vostri bassi istinti ometterò di dirvi che il salto della quaglia ha un indice di Pearl teorico di poco inferiore a quello del preservativo (cfr. Flamigni, op. cit., p. 202). E in ogni caso, male che vada, date ai vostri pargoli il nome mio. È vero tuttavia che non è sempre oro quel che luccica. Secondo il genio che ha scritto la voce di Wikipedia, uno dei problemi principali di questo metodo è la “disparità fra uomo e donna nella gestione della contraccezione“. Altri metodi anticoncezionali come la pillola e il preservativo sono invece, evidentemente, più paritari. Ad esempio se lei deve prendere la pillola voi potete andarle a prendere un bicchier d’acqua, e se voi dovete mettervi il preservativo lei più comunque collaborare tenendovelo dritto. Per imbustare qualcosa, è noto, bisogna essere in due. Sempre secondo lo stesso genialoide, che mangia pane e femminismo a colazione, “la parte femminile – ovvero il soggetto fisicamente esposto alla possibilità della fecondazione – risulta pressoché esclusa da ogni possibilità decisionale ossia in posizione di passività rispetto alla gestione del proprio corpo, fatta salva la possibile adozione di posizioni sessuali che consentano alla donna di estrarre agevolmente il membro maschile con le mani, sempre che la donna sia sufficientemente esperta e quindi, sentendo le pulsazioni crescenti del pene sulle pareti vaginali, sia in grado di rendersi conto tempestivamente dell’imminente eiaculazione.” Insomma, il concetto è chiaro, se non volete farvi dominare e se il vostro partner non è un entusiasta accolito del coitus riservatus mettevi in una posizione agevole (tipo in un’altra stanza ad esempio) e quando sentite le pulsazioni crescenti del pene (ammesso il vostro compagno abbia al posto del pene un vulcano) “estraete agevolmente il membro maschile con le mani” (anche perché quello femminile è difficile). Il successo, anche relazionale, è assicurato. Se lui vi viene in faccia, tuttavia, non abbiatevene a male. È una forma di contraccezione anche quella. Un’altra complicanza frequente del coito interrotto sono gli “effetti potenzialmente controproducenti nella sfera del piacere”, soprattutto se non siete voi a interromperlo ma qualcun altro (magari la vostra partner, che sul più bello estrae agevolmente il vostro membro maschile con le mani e inizia a fare un po’ di giocoleria).

AUTOSTIMA – Forse non tutti sanno, d’altra parte, che il liquido emesso durante la penetrazione è secreto dalle ghiandole di Cowper, che dovremmo tutti ringraziare per il suo contributo alla lubrificazione (grazie Cowper!). Non solo, ma l’emissione spermatica, se vogliamo dar retta a quel cialtrone che ha scritto la voce “Coito interrotto” di Wikipedia è “costituita da tre flussi, emessi con tre getti durante l’eiaculazione: nel primo abbiamo una prevalente componente prostatica lubrificante, nel secondo e nel terzo è preponderante la componente seminale; la terza parte svolge una azione di pulizia all’interno dei tubuli, eliminando ogni residuo di liquido seminale eventualmente presente.” Flussi e reflussi storici, come direbbe Vico. Ne consegue che l’unico getto veramente da temere (a meno che non siate pazzi e vogliate avere dei figli) è il secondo. Su questa base mi permetto di consigliarvi la mia personale variante. Il primo getto (prostatico) emettetelo tranquillamente in loco. Il secondo, con rapido movimento di estrazione, vi servirà per imbiancarle il volto. Il terzo, che serve solo alla pulizia dei dotti deferenti, è dedicato alle guardie, e va emesso direttamente sulla trapunta, a sfregio. È importante anche l’effetto estetico del complesso, stile nuoto sincronizzato. Questo tuttavia non è alla vostra portata se malauguratamente soffrite di spermatorrea, ovvero parlate interrottamente emettendo sperma dal naso. La spermatorrea è, a quanto pare, una fuoriuscita involontaria e incontrollata di sperma indipendente dall’eiaculazione. Secondo Wikipedia “le cause sono di livello neurologico in soggetti affetti da depressione” e questo porta facilmente al noto circuito della depressione da spermatorrea, per cui più sperma emettete a casaccio, più la vostra autostima ne risente (“un cappuccino”, sbruff, e l’autostima ne risente).

DULCIN IN FUNDO – Sentite ad esempio che dice questo povero mentecatto, estrapolato dal forum di Medicitalia: “Sono un ragazzo di 20 anni. Da circa un anno e mezzo ho notato che spesso, durante la defecazione (con un po’ di sforzo), dal mio pene escono delle gocce di sperma. Volevo sapere se è una cosa normale, o se magari dovrei sottopormi a delle cure specifiche. La cosa mi preoccupa molto, perché non so davvero come gestire la situazione. Parlarne col mio medico non se ne parla… mi vergogno troppo!”. Ma certo caro, che è una cosa normale, chiunque emette sperma defecando, soprattutto se si sta facendo fare un blumpkin.4 Non è chiaro se il poveraccio si sforzi per far uscire delle gocce di sperma (nel qual caso è il mio eroe). È comunque da sottolineare che l’emissione anche involontaria di sperma al di fuori dell’atto sessuale è comunque peccato, specie se provoca piacere. Se il piacere è invece arrecato dalla concomitante defecazione è possibile purificarsi tramite 10 ave maria, purché nel mentre ci si astenga – almeno questa volta – dall’eiaculare. L’espressione “piena di grazia” non va infatti intesa, secondo le Scritture, in senso sessuale. Alla prossima erezione!

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