Salvini fa sparire i migranti irregolari: «Sono 90mila». Il M5S: «Ma nel contratto non aveva scritto 500mila?»

Il Viminale e il ministro dell’Interno Matteo Salvini, nella giornata di ieri, hanno diffuso i dati sul numero dei migranti irregolari presenti nel nostro Paese. La sorpresa è dietro l’angolo: le cifre non sono quelle che il leader della Lega aveva sbandierato in campagna elettorale, parlando di una vera e propria invasione in Italia.

Salvini e gli ultimi dati sui migranti irregolari

«Dal combinato dei dati degli ultimi 4 anni e mezzo – ha detto Salvini-  emerge che in Italia si ha una clandestinità di 90mila soggetti massimo, essendo pessimisti. Il numero di irregolari che si stima siano presenti sul nostro territorio è molto più basso anche rispetto a quanto potessi presumere». E presumeva una cifra molto diversa: in campagna elettorale Salvini aveva più volte parlato di 500-600mila migranti irregolari, con lo stesso Giancarlo Giorgetti che più di una volta aveva fatto da stopper, sostenendo che Salvini l’avesse sparata grossa.

La protesta del M5S contro Salvini

Ma, evidentemente, quello che sarebbe poi diventato il ministro dell’Interno ci credeva. Perché, una volta entrato nell’alleanza con il Movimento 5 Stelle, si è messo al tavolino per parlare del contratto di governo e ha fatto scrivere proprio il numero di 500mila clandestini. Persone che, secondo Salvini, andavano rimpatriati immediatamente, a un ritmo forsennato.

Oggi, dopo il dato diffuso dal Viminale, è lo stesso Movimento 5 Stelle a ricordare quella circostanza in maniera polemica: «Sorprendono le parole del ministro – fanno sapere i pentastellati – visto che fu proprio lui a scrivere nel contratto di governo il numero di 500mila irregolari. Su quella cifra, sottolinea il M5S il contratto di governo aveva incentrato la politica dei rimpatri, considerata “indifferibile e prioritaria”».

Dietro al nuovo dato c’è una politica insoddisfacente di Salvini sui rimpatri?

Da più parti arriva il dito puntato contro Matteo Salvini. Quest’ultimo, infatti, per ovviare alla mancata promessa dei rimpatri veloci – il ritmo stimato, in questo primo anno di attività di governo, è addirittura inferiore a quello messo in campo dal predecessore del Pd Marco Minniti – ha deciso di diffondere un dato sugli irregolari molto meno impattante rispetto a quanto annunciato in campagna elettorale, nascondendo di fatto la polvere sotto al tappeto.

Perché ci sono due errori di fondo, alternativi l’uno all’altro: o il ministro aveva sbagliato la sua valutazione iniziale, gettando la «paura dell’immigrato irregolare» su tutto il Paese; oppure, le sue previsioni erano giuste ma, di fronte alla mancata incisività sui rimpatri, ha deciso di ridimensionare il fenomeno, facendo scendere il numero degli irregolari di ben 410mila unità. Così, all’improvviso.

FOTO: ANSA/ANGELO CARCONI

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