Vittorio Sgarbi su Notre Dame: «Incendio non irreparabile, non dobbiamo essere troppo tristi»

15/04/2019 di Redazione

Vittorio Sgarbi è intervenuto nel corso del TG1 delle 20 per parlare dei danni subiti dalla cattedrale di Notre Dame nel corso del devastante incendio che l’ha colpita il 15 aprile 2019, intorno alle 18.50. Secondo il critico d’arte, bisogna essere preoccupati per quanto accaduto a uno dei simboli assoluti di Parigi e della Francia dopo il museo del Louvre, ma non dobbiamo essere troppo tristi perché i danni non sono irraparabili e riguardano strutture piuttosto moderne rispetto all’impianto originario della cattedrale.

Vittorio Sgarbi quantifica i danni di Notre Dame

Intervistato da Francesco Giorgino nel corso del telegiornale della rete ammiraglia, Vittorio Sgarbi ha affermato: «L’incendio della cattedrale di Notre Dame è preoccupante, ma dobbiamo stare attenti quando parliamo dei suoi danni. Parigi ha vissuto la rivoluzione francese e, nel corso di questo periodo, la cattedrale è andata completamente distrutta una prima volta». Sgarbi ha poi proseguito nel suo racconto, ricordando come, nel corso dell’incoronazione di Napoleone, per ovviare a questi danni fu costruita una sorta di scenografia à la Cinecittà per non far vedere i danni subiti dalla chiesa dopo la sua distruzione e il suo saccheggio.

L’intervento di Vittorio Sgarbi al Tg1 su Notre Dame

Infine, Sgarbi ha parlato dei danni al tetto: «La ricostruzione è recente, ottocentesca. La guglia che è crollata è una guglia moderna, in stile neogotico. Nulla che non si possa riparare. Nella parte superiore della chiesa, infatti, ci sono delle opere che, se si trovassero all’interno di un museo, non guarderemmo nemmeno. Ripeto, il danno è grave, ma non dobbiamo essere troppo tristi per quanto accaduto».

Sgarbi, sempre nel corso del suo intervento, ha anche paragonato i danni creati da questo incendio a quelli che si verificano puntualmente nel nostro Paese dopo gravi terremoti (come nel caso del Centro Italia). Anche in queste circostanze, infatti, l’opera di ricostruzione – dopo il primo doloroso momento di smarrimento e di devastazione – è tutt’altro che impossibile, come è stato dimostrato nel corso degli anni.

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