Raggi spiega a Salvini il debito di Roma con le molliche di pane

Inutile negare che la polemica del giorno sia quella tra Matteo Salvini e Virginia Raggi sullo stato di salute di Roma. Per punzecchiarsi, ormai, i due utilizzano tutti i mezzi, anche quelli meno convenzionali. La sindaca della Capitale, ad esempio, è arrivata a impiegare anche le molliche di pane in un ristorante la domenica per cercare di controbattere alle continue accuse che arrivavano dal ministero dell’Interno.

Raggi molliche di pane per spiegare a Salvini il debito di Roma

Una di queste riguardava proprio il debito di Roma, che lo Stato vorrebbe rinegoziare, andando in soccorso all’amministrazione Raggi. Ovviamente, l’operazione sarebbe coordinata dalla parte pentastellata dell’esecutivo, con il viceministro all’economia Laura Castelli che avrebbe già pronta una bozza di soluzione. Quello che dice Virginia Raggi nel suo post riguarda le modalità attraverso cui l’Italia dovrebbe aiutare Roma a venire fuori dalla sua situazione di indebitamento.

Nel video, si vede Virginia Raggi prendere due molliche di pane. «Il debito di Roma vale 500 milioni di euro: 200 nella quota di Roma Capitale e 300 nella quota dello Stato. Domani, con il rinegoziamento del debito, quest’ultimo costerà allo stato anche un po’ di meno (in questa circostanza, la Raggi dà un morso alla mollicchina). Perché lo Stato rinegozia il debito. Salvini, hai capito?».

Il video della Raggi molliche di pane

Ovviamente, la soluzione vista da Virginia Raggi è estremamente semplicistica, un po’ come il video provocatorio in cui veste i panni di una rinnovata Pollicino, che usa le molliche di pane per ritrovare la strada. La questione del debito di Roma è annosa, parte sin dal 2004 ed è tornata di attualità proprio negli ultimi giorni, con la bozza della Castelli di cui sopra che il M5S vorrebbe inserire nel decreto Crescita.

Quanto c’è di vero in quello che ha detto la Raggi?

Il debito, un po’ come ha detto Virginia Raggi, verrebbe effettivamente diviso in due quote, una a carico dello Stato e un’altra a carico della città di Roma. Anche la dicitura «senza nessun onere aggiuntivo per i cittadini» è corretta, salvo per il fatto che – effettivamente – gli oneri esistono già. Erano presenti con la prima soluzione e continueranno a essere presenti anche con la nuova proposta del M5S. In effetti, come ricorda il Sole 24 Ore, Roma ha ancora a disposizione i 9 miliardi garantiti dal decreto Berlusconi del 2010 – quello che venne approvato anche dalla Lega che, in quella fase, era al governo con la coalizione di centrodestra – in rate da 300 milioni l’anno. Sarebbe stato più corretto dire: «Nessun onere aggiuntivo, oltre a quelli già presenti». Briciole.

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