Mimmo Lucano non può essere contento: «Mi hanno fatto perdere la faccia e hanno rovinato la mia famiglia»

Una buona notizia, in fondo. Ma anche tanta rabbia per quello che è stato e per quello che ancora sarà. Mimmo Lucano non può essere contento per le motivazioni con cui la Cassazione, chiedendo il ritiro dell’ordinanza di divieto di dimora a Riace, ha fatto cadere praticamente l’impianto accusatorio nei confronti del sindaco sospeso del modello d’accoglienza dei migranti. «Non so se sono contento – dice Mimmo Lucano a La Stampa, rispondendo al telefono da Caulonia, centro in provincia di Reggio Calabria -, sono diventato un oggetto inconsapevole di tutto questo circo».

Mimmo Lucano e l’amaro commento alla sentenza della Cassazione

Secondo Mimmo Lucano c’è ancora da aspettare prima di esultare. Certo, la Cassazione ha riconosciuto che potrebbero non esserci stati illeciti nell’affidamento alle cooperative sociali del servizio di raccolta dei rifiuti. E ha anche detto, a proposito del presunto favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, che alcuni gesti del sindaco sono stati dettati dalla morale. «Ma spesso – commenta amaro Lucano – la morale è stata messa sotto accusa».

Rileva, inoltre, diverse inesattezze nelle motivazioni della suprema corte. Dalle parole degli ermellini, infatti, sembra che il suo matrimonio fosse stato celebrato per far ottenere alla moglie la cittadinanza. Ma questo passaggio era già avvenuto precedentemente: la donna, infatti, aveva ottenuto il diritto attraverso un decreto firmato dal presidente della Repubblica. Insomma, anche sulla seconda accusa – quella di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina -, dove le parole della Corte di Cassazione sono più sfumate e possono lasciare spazio a interpretazioni diverse, Mimmo Lucano si dice piuttosto prudente.

La tristezza di Mimmo Lucano

Infine, c’è spazio per l’amarezza per tutto quello che ha passato negli ultimi mesi. Non è stato facile passare dall’essere una delle persone più apprezzate per il suo impegno sul territorio a essere trattato, specialmente da alcuni media, come un vero e proprio criminale: «Perché mi devono far soffrire così? – si chiede Mimmo Lucano – Dicono che per le due cooperative con cui ho fatto lavorare i giovani mancavano le iscrizioni all’albo. Per questo mi hanno fatto perdere la faccia e hanno rovinato la mia famiglia».

FOTO: ANSA/ MARCO COSTANTINO

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