Virginia Raggi abbatte il fascismo: «Gli alberi cadono perché piantati da Mussolini»

26/02/2019 di Enzo Boldi

Quando c’era lui gli alberi non cadevano. Anzi, si piantavano. E quindi, dopo oltre novantanni, se questi grandi fusti crollano per le strade di Roma la colpa è di Benito Mussolini. La spiegazione fornita da Virginia Raggi dopo i numerosi arbusti caduti per le strade della capitale a causa del forte vento dei giorni scorsi, con l’episodio più grave avvenuto in viale Mazzini, è molto fantasiosa. Anche perché a crollare e a fare feriti non sono piante poco longeve, ma grandi pini che hanno una vita media attorno ai 250 anni.

«Serve un piano straordinario per l’abbattimento di tutti gli alberi malati e arrivati a fine vita a Roma. Si tratta di piante per le quali non c’è alcun rimedio e per le quali non basta la manutenzione. Questi alberi li potremo sostituire piantandone altri, giovani e sani, al loro posto – scrive Virginia Raggi su Facebook all’indomani del grave incidente di viale Mazzini -. Molti degli esemplari caduti hanno circa 90 anni: sono stati piantati durante il regime fascista ed ora sono giunti al termine della loro esistenza. Si tratta di piante per le quali non bastano le cure ordinarie».

Virginia Raggi dà la colpa al fascismo per la caduta degli alberi

La realtà è ben diversa. Come detto, la maggior parte degli alberi caduti a Roma – non solo quelli più recenti, ma anche quelli degli episodi passati – sono dei pini: piante sempreverdi che hanno una vita media che si attesta tra i 250 e i 300 anni. Il regime fascista in Italia, invece, c’è stato circa 90 anni fa, quindi il ciclo di vita di quegli alberi – piantati in quell’epoca – non è arrivato neanche al giro di boa.

A furia di dare la colpa ai governi precedenti, si è arrivati a Mussolini

Su molte altre questioni descritte da Virginia Raggi nel suo lungo post su Facebook, alcune sono profondamente condivisibili: la necessità di un serio piano di monitoraggio e manutenzione del verde, i lavori sulle strade che hanno inficiato la tenuta delle radici di questi grossi arbusti e la cattiva gestione – testimoniata dalle sentenze – del bene pubblico capitolino durante il periodo di Mafia Capitale. Tutto condivisibile, ma tutto questo cozza con una realtà: ora il potere è nelle sue mani ed è lei che deve e può prendere provvedimenti, senza lanciare accuse ad altri sui social.

(foto di copertina: ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

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