Alla fine, l’università di Biella ha cancellato l’incontro «Perché non sono più lesbica»

22/02/2019 di Redazione

Come anticipato a Giornalettismo dagli organizzatori dell’incontro, alla fine il convegno «Perché non sono più lesbica» – a cui doveva partecipare la giornalista di Quarto Grado Nausica Dalla Valle, non si farà. L’ateneo di Biella ha deciso di negare l’autorizzazione a concedere la sala, dal momento che i contenuti del convegno sarebbero andati contro le loro policy e il loro indirizzo etico.

Nausica Della Valle, cancellato il suo appuntamento a Biella

Cristiani uniti per servire Biella aveva organizzato tutto per il 2 marzo 2019, con l’appuntamento alle 20.30 all’Auditorium di città studi. Ma le proteste che nelle ultime ore avevano caratterizzato l’appuntamento hanno costretto alla marcia indietro. Le posizioni che sarebbero state illustrate all’interno dell’incontro dal titolo emblematico, infatti, non sono in linea con quelle del luogo che avrebbe dovuto ospitare il convegno.

«Si tratta di una riproposizione della storia della sua vita, come già ha fatto in altri contesti e interviste. Le associazioni gay, però, stanno protestando e ora tutto rischia di saltare – aveva spiegato a Giornalettismo il Pastore Daniele Cocco della Chiesa di Cristo Re di Biella, tra gli organizzatori dell’incontro con la giornalista -, anche perché sarebbe nato anche un contenzioso con il codice etico dell’Auditorium che di dovrebbe ospitare, che fa parte di un’Università pubblica».

La nota ufficiale dell’Ateneo, arrivata nella giornata di ieri, ha spinto a rendere ufficiale questa sensazione che gli organizzatori avevano espresso già nella mattinata. Nausica Della Valle aveva attribuito, nel corso della sua esperienza di personaggio pubblico, al demonio la causa della sua omosessualità. Le sue posizioni hanno fatto molto discutere, ma gli organizzatori erano lo stesso convinti che la sua testimonianza sarebbe stata fondamentale.

La battaglia per far cancellare l’evento di Nausica Della Valle a Biella

La battaglia per la cancellazione dell’evento era stata portata avanti dall’Arcigay Rainbow Vercelli Valsesia, che sulla sua pagina Facebook aveva scritto: «Affermare che l’omosessualità possa essere curata o che l’orientamento sessuale di una persona si debba modificare – come recentemente dichiarato dal vicepresidente Unione Giuristi Cattolici Italiani – è una informazione scientificamente priva di fondamento e portatrice di un pericoloso sostegno al pregiudizio sociale ancora così fortemente radicato nella nostra società come dimostrano, purtroppo, i sempre più diffusi fatti di cronaca».

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