Il caso del neonato di 20 giorni morto a Torino. «Deve fare l’aerosol», avevano detto i medici

21/02/2019 di Redazione

Non è «nulla di grave». «Deve fare l’aerosol». Avevano parlato così i medici dell’ospedale Maria Vittoria ai genitori di Giacinto, il neonato di 20 giorni morto il 2 febbraio a Torino. Il piccolo, che aveva crisi di tosse e svenimenti, è stato subito dimesso sopo una visita al pronto soccorso e le parole rassicuranti dei dottori alla madre e al papà. La diagnosi indicava una rinite, una comune infiammazione alle vie aeree. In realtà Giacinto aveva qualcosa di più serio. Una volta tornato a casa, le sue condizioni si sono subito aggravate, fino al decesso.

Il neonato di 20 giorni morto a Torino, la Procura apre un fascicolo

Come ricostruisce il quotidiano La Stampa (articolo di Irene Famà e Massimiliano Peggio) ora, per far luce su ogni aspetto, la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, per il momento a carico di ignoti. Sul corpo del neonato sono state eseguite già due autopsie. Secondo un’ipotesi il piccolo sarebbe stato ucciso da una broncopolmonite causata dall’ingestione del latte materno, che degenerando avrebbe causato una grave insufficienza respiratoria. Ma ci sarà bisogno di nuovi accertamenti per stabilite con certezza la causa della morte.

Il calvario di Giacinto è durato alcuni giorni. Già il 31 gennaio, spiega ancora La Stampa, i genitori del neonato si erano rivolti al loro pediatra di fiducia. La dottoressa aveva prescritto delle gocce, con una raccomandazione chiara. «Se la situazione non migliora, vi dovete rivolgere al pronto soccorso». E così è stato. Quando il giorno seguente mamma, papà e il piccolo sono arrivati in ospedale, il bimbo respirava a fatica, non si faceva allattare. I genitori lo avrebbero portato dai medici precisamente alle ore 3.30 del primo febbraio e la visita sarebbe durata appena 15 minuti. Il padre di Giacinto, un marocchino di 40 anni, e la madre, una italo marocchina 28enne, avrebbero seguito alla lettera le nuove prescrizioni: una cura con aerosol per la rinite. La situazione si è fatta ancora più grave e non c’è stato tempo per una visita ulteriore. La mattina del 2 febbraio il neonato era scuro in volto e continuava a sbarrare gli occhi. Ha perso i sensi. I medici e gli infermieri del 118 hanno provato di tutto per salvarlo, per più di un’ora. Lo hanno portato di nuovo in ospedale, ancora al Maria Vittoria. È stato tutto inutile. Ai genitori non resta che chiedere giustizia.

(Immagine di copertina da Google Street View: l’ospedale Maria Vittoria di Torino)

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