Concita De Gregorio assolta in appello: nessuna diffamazione su Antonio Angelucci

Oltre a non ottenere nessun risarcimento, Antonio Angelucci dovrà pagare le spese legali. L’imprenditore ed editore aveva chiesto un risarcimento di 20 milioni di euro per 6 articoli da lui ritenuti diffamatori apparsi su L’Unità nel 2009. La Corte di Appello ha però assolto l’allora direttrice Concita De Gregorio e la giornalista Maria Grazia Gerina.

Antonio Angelucci non è stato diffamato: la storia degli articoli di 10 anni fa

Gli articoli contestati da Antonio Angelucci risalgono al 2009, quando erano in corso delle inchieste sulla Regione Lazio. La prima inchiesta, avviata dalla procura di Roma, indagava sulle trattative di vendita di un video girato dai carabinieri alle testate giornalistiche, in cui si vedeva il governatore Piero Marrazzo in compagnia di una trans. La seconda inchiesta invece riguardava direttamente Angelucci: la procura di Velletri stava indagando in merito all’uso strumentale dei suoi giornali per guadagnare con le attività delle case di cura Tosinvest.

Sull’Unità apparvero diversi articoli in merito a queste due inchieste: 6 di questi sono stati oggetto di una causa di diffamazione intentata da Antonio Angelucci. Già in primo grado, il giudice aveva riconosciuto che il contesto degli articoli rispondeva al requisito dell’interesse pubblico, assolvendo la giornalista  Maria Grazia Gerina e l’allora direttrice del giornale Concita De Gregorio. La questione rimaneva aperta solo per un articolo, datato 7 novembre 2009 dove l’autrice ricostruiva gli intrecci dietro alle due indagini, ma accostava due episodi, in particolare l’arrivo di Angelucci nella sede della Regione Lazio durante la discussione della delibera sui tagli alla sanità e un incontro privato avvenuto tra Angelucci e Marrazzo pochi giorni dopo. Questo articolo presentava, secondo il giudice, un carattere diffamatorio, poiche era «chiarissima l’illazione della giornalista secondo cui, nell’incontro del 20 ottobre, tra Angelucci e Marrazzo si sarebbe parlato sia dei tagli alla sanità, sia del video di via Gradoli» arrivando «indirettamente affermare che il video fosse stato utilizzato quale possibile merce di scambio».

Concita De Gregorio e Maria Grazia Gerina assolte: dopo dieci anni il riconoscimento del diritto di critica

In merito a questo ultimo articolo, Concita De Gregorio e Maria Grazia Gerina avevano fatto ricorso in appello, invocando l’esercizio del diritto di critica. La Corte di Appello oggi le ha dato ragione. L’articolo che «è sicuramente da definirsi un misto di cronaca e critica […] non ha fatto altro che collegare dal punto di vista cronologico una serie di fatti la cui veridicità non è contestata». L’autrice infatti «non ha definito Angelucci ricattatore né gli ha attribuito espressamente intimidazioni e minacce, ma nell’esercizio del diritto di critica, ha sottolineato che il periodo era cruciale per entrambe le trattative». Antonio Angelucci vede quindi sfumare la richiesta di risarcimento di 20 milioni di euro e anzi ora dovrà pagare le spese legali.

(Credits immagine di copertina: © Pamela Rovaris/Pacific Press via ZUMA Wire)

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