Entro il 1 aprile la Russia si sconnetterà da Internet

La data è ancora incerta, ma fonti attendibili assicurano che avverrà entro il 1 di aprile. Dopo la Cina, anche la Russia cerca di “addomesticare” la rete e costruire un gigante firewall che impedirà ogni contatto tra l’interno e l’esterno del Paese. La misura sarà “temporanea” con il Cremlino che vede questo “break” come una prova tecnica di cyberguerra, una grande esercitazione che coinvolgerà l’intera nazione. Il timore però è che sia il primo passo verso una sorta di “autarchia digitale” che potrebbe non dispiacere troppo ai vertici di Mosca.

Come funzionerà lo stop a internet

Il fine è la realizzazione temporanea di una grande intranet che coinvolgerà anche i provider (i fornitori di connessione internet) che saranno costretti a dirottare il traffico verso punti di diramazione indicati dall’autorità centrale di Mosca che controllerà, parallelamente, attraverso nodi registrati, tutto il traffico in uscita dalla nazione. L’ostacolo maggiore per il progetto russo è costituito proprio dall’architettura del Web e dal sistema di indirizzamento denominato DNS (domain name system) fondamentale per raggiungere siti e servizi internet. Attualmente sono 12 le organizzazioni che presiedono questo essenziale servizio internet e nessuna di queste si trova in Russia. La proposta include quindi la costruzione di un proprio servizio DNS che permetterebbe alla rete di funzionare anche se venissero tagliati, come ritorsione, i link ai server posizionati in varie parti del mondo.

Fuga da Internet: l’approvazione della legge e il fattore Putin

Le autorità russe hanno già tentato, in passato, di bloccare le pagine di oppositori come Alexei Navalny, e in passato la censura di stato si è già abbattuta (con scarsi risultati) su servizi come Telegram. I bandi delle autorità russe vengono infatti bypassati, molto spesso, attraverso l’uso di reti VPN (Virtual Private Network).

Il via libera al progetto è stato dato dalla Duma, la Camera bassa del Parlamento, che ha approvato in seconda lettura il disegno di legge presentato lo scorso dicembre e battezzato “Programma nazionale di economia digitale”, gettando così le basi per una intranet indipendente. Una misura che va, senza dubbio, in sintonia con quanto dichiarato in passato da Putin che aveva definito internet niente di più che “un progetto della Cia”.

 

 

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