La Uefa attacca i politici italiani: «Fomentano il razzismo negli stadi»

07/02/2019 di Enzo Boldi

Che in Italia ci sia un problema razzismo negli stadi è un fatto abbastanza evidente. Gli ultimi episodi – anche successivi a quello emblematico che ha coinvolto, come sfortunato protagonista, il difensore del Napoli Kalidou Koulibaly durante l’ultimo Inter-Napoli – hanno portato la questione anche oltre confine, fino a bussare alle porte della Uefa. Oggi a Roma, durante il congresso che ha rinnovato la presidenza di Aleksander Ceferin al vertice della Federcalcio Europea fino al 2023, è stato lo stesso Presidente ad affrontare il tema, accusando anche i politici italiani.

«In Italia c’è un grande problema di razzismo negli stadi, che mi preoccupa, e certamente alcune dichiarazioni di politici peggiorano la situazione – ha commentato il rinnovato presidente della Uefa -. Per questo la nostra politica sarà molto severa». Una questione che era abbastanza evidente, facendo un chiaro e neanche tanto velato riferimento ad alcuni atteggiamenti di molti rappresentati politici e delle istituzioni che non possono far altro che acuire ancor di più questo male atavico.

Il presidente della Uefa lancia una frecciata ai politici italiani sul razzismo

«Posso dire che molti politici in Europa fanno cose che non aiutano la lotta al razzismo e questo è un fatto -ha proseguito il presidente della Uefa -. Non voglio entrare nello specifico della situazione politica dell’Italia ma se solo le forze politiche lottano contro il razzismo non succederà nulla, abbiamo bisogno dei governi per cambiare». Il messaggio è abbastanza chiaro: finché ci saranno politici che non stigmatizzano gli episodi razzisti cercando di nascondere il problema, la situazione non potrà far altro che rimanere grave.

La sospensione delle partite deve essere decisa dall’arbitro

Aleksander Ceferin ha poi dato la sua opinione sulla gestione dei cori razzisti durante le partite di calcio: «La mia opinione personale è che debba essere l’arbitro a interrompere la partita e che la decisione debba essere assunta all’interno dello stadio». Un qualcosa che non sembra essere in linea con le linee guida che il ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva indicato dopo il maxi-incontro al Viminale con le istituzioni del calcio italiano e i tifosi.

(foto di copertina: ANSA/FABIO FRUSTACI)

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