«Marco Vannini è stato ucciso per la seconda volta»

30/01/2019 di Enzo Boldi

Le sentenza della Corte d’Assise di Roma aveva fatto già discutere negli istanti successivi alla sua proclamazione, ma più passano le ore e maggiore è il dolore dei familiari di Marco Vannini per un epilogo che – secondo loro – non dà giustizia a loro figlio. Il giovane di Cerveteri è morto il 18 maggio 2015 mentre si trovava in casa della sua fidanzata. A ucciderlo è stato Antonio Ciontoli – il padre famiglia – che ha ammesso le sue responsabilità. Ma la tesi difensiva dell’omicidio colposo è stata accettata dai magistrati che hanno deciso di derubricare il reato, con tanto di riduzione della pena rispetto a quanto sentenziato in primo grado.

«Questa mattina ho avuto modo di parlare con i genitori di Marco, per loro ieri il figlio è stato assassinato di nuovo – ha spiegato l’avvocato Celestino Gnazi, legale della famiglia di Marco Vannini nel processo contro la famiglia Ciontoli -. Si sentono di avere subìto una ingiustizia». L’ingiustizia non è solo nei numeri – seppur ha fatto rumore il passaggio dai 14 ai cinque anni di reclusione richiesti per l’autore materiale dell’omicidio -, ma per la riqualificazione del reato contestato che non poteva far altro che andare in soccorso degli imputati. Antonio Ciontoli, infatti, ha ottenuto un notevole beneficio da questa derubricazione, mentre le pene nei confronti degli altri imputati dalla moglie Maria Pezzillo ai figli Martina – fidanzata di Marco – e Federico sono rimaste le stesse (tre anni).

«Una sentenza che ha ucciso nostro figlio per la seconda volta»

Marco Vannini è stato ucciso a Ladispoli il 18 maggio del 2015 per colpa di un colpo di pistola partito in circostanze mai chiarite mentre era in casa della famiglia della sua fidanzata. Per i giudici della Corte d’Appello, seguendo la sentenza e la decisione di derubricare il reato da omicidio volontario e colposo, lo sparo è partito involontariamente dalla pistola di Antonio Ciontoli. «Attendiamo le motivazioni che verranno depositate entro 45 giorni. Ci auguriamo che la Procura generale presenti ricorso in Cassazione perché questa vicenda deve arrivare al vaglio della Suprema corte», ha spiegato il legale della famiglia di Marco Vannini.

Sul web chiedono Giustizia per Marco Vannini

Nel frattempo sui social è salita la rabbia di molte persone che non hanno accettato la sentenza, anche in base alle testimonianza e alle intercettazioni che da anni la trasmissione Chi l’ha Visto – che ha seguito sempre da molto vicino questa vicenda di cronaca – ha mandato in onda. In alcuni filmati si vede l’intera famiglia Ciontoli mettersi d’accordo sulla versione da dare agli inquirenti. Non solo sull’omicidio, ma anche sul perché i soccorsi siano stati chiamati con molto ritardo rispetto allo sparo.

(foto di copertina: da profilo Facebook di Marco Vannini)

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