Il direttore del Tg1: «Lega e M5S non stanno abbastanza in tv»

17/01/2019 di Redazione

Non contano i dati dell’Osservatorio di Pavia sulla presenza dei politici in televisione. Non conta la sovraesposizione che Lega e Movimento 5 Stelle hanno già attraverso i canali social. Adesso, il direttore del Tg1 Giuseppe Carboni sembra intenzionato a dare loro più spazio anche all’interno del telegiornale della rete ammiraglia, quello più seguito in Italia.

Giuseppe Carboni e la presenza di Lega e M5S al Tg1

Carboni è intervenuto in commissione di Vigilanza Rai per rispondere ad alcune domande sui primi mesi del suo operato. Ha fatto discutere soprattutto una sua affermazione, quella delle quote di ripartizione all’interno di ciascuna edizione del Tg1: «C’è una legge non scritta – ha affermato Carboni  – che dice di rispettare la quota del 30, 30, 30. Ovvero 30% di spazio al governo, 30% alla maggioranza e 30% alle opposizioni, con il restante 10% riservato alle cariche istituzionali».

Davvero, quindi, Lega e Movimento 5 Stelle (forze di governo ed esponenti della maggioranza) sono sotto a questo 60% complessivo (ammesso che questa sia una regola giusta)? «La somma di governo e maggioranza oggi è al 53%, ovvero sotto a quella soglia» – ha commentato Giuseppe Carboni. Secondo le opposizioni, a partire dal Partito Democratico, ma arrivando anche a Fratelli d’Italia, il Tg1 starebbe seguendo una strada sempre più appiattita sull’attuale maggioranza di governo. Effettivamente, la presenza di M5S e Lega sembra farla da padrone, con servizi dedicati, mentre molto spesso le singole minoranze vengono relegate a un servizio contenitore con le varie voci che spaziano da Liberi e Uguali fino a Fratelli d’Italia.

La nomina del settimo vicedirettore del Tg1 da parte di Giuseppe Carboni

Senza contare, poi, che l’informazione può veicolarsi anche attraverso le immagini. Con i servizi con le cariche istituzionali che spesso contengono riferimenti espliciti ad altri politici di governo o che fanno parte della maggioranza. Giuseppe Carboni, però, si è voluto difendere sulla nomina di un settimo vicedirettore del Tg1. Secondo le accuse, si sarebbe trattato di una nomina politica per mantenere gli equilibri interni alle due forze di governo, Lega e Movimento 5 Stelle: «Respingo questa lettura – ha detto Carboni -. Il settimo vicedirettore mi serve per seguire al meglio nella giornata il flusso dalle 6.30 di mattina. Mi serve un controllo costante, nel senso buono del termine».

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