Salvini su Battisti: «Era un mio diritto e un mio dovere essere a Ciampino»

15/01/2019 di Enzo Boldi

Ha scelto il salotto pomeridiano di Barbara D’Urso per tornare a parlare dell’arresto di Cesare Battisti. Matteo Salvini, ospite di Pomeriggio Cinque, ha ripercorso le tappe delle fatidica giornata di ieri, quando il volo Falcon 900 ha riportato in Italia, dopo 37 anni di latitanza in giro per il mondo, l’iconica figura del terrorista dei Pac. Il ministro dell’Interno ha ribadito il suo diritto e dovere di presenziare al suo atterraggio sulla pista di Ciampino, spiegando anche la sua idee della detenzione per chi si macchia di determinati delitti.

«Dopo 40 anni Cesare Battisti non ha avuto nemmeno il buon gusto e la dignità umana di chiedere scusa ai familiari delle sue vittime – ha detto Matteo Salvini a Barbara D’Urso -. Non mi interessava avvicinarlo, guardarlo in faccia, mi interessa da ministro garantire agli italiani che finirà i suoi anni in galera». Il ministro dell’Interno ha poi rivendicato la sua presenza a Ciampino, spiegando che il paragone con il rientro della salma di Antonio Megalizzi non può esser fatto perché «in quella occasione c’era la massima carica dello Stato ad accoglierlo».

Salvini rivendica la sua ‘accoglienza’ di Battisti

Spazio anche per il tema degli ergastoli a cui Battisti è stato condannato in quattro occasioni e, per l’occasione, ha parlato anche dell’effettiva funzione di una detenzione. «Il carcere deve essere riabilitativo? Benissimo – ha aggiunto Salvini -, ma uno che è stato condannato a quattro anni, ritengo giusto che passi il suo tempo in galera. Sulla carta è giusto che la pena sia rieducativa e riabilitativa ma, da ministro e da padre di famiglia, per stupratori e pedofili ad esempio fatico a pensare a una rieducazione o a una riabilitazione. Chi mette le mani addosso a una donna o a un bambino ha dei problemi e va curato più che altro».

Bonafede: «Chi sbaglia, paga»

Sulla stessa lunghezza d’onda viaggi anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: «In Italia nessuno si può sottrarre alla giustizia. Se vengono commessi dei reati è giusto che si paghi. Senza alcun accanimento sulla persona ma con una precisa rivendicazione del fatto che la giustizia in Italiaè un valore fondamentale: chi sbaglia paga».

(foto di copertina: ANSA/ETTORE FERRARI)

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